Metà in presenza e metà virtuale, un compromesso per “salvare” il Salone del Mobile

Edizione autunnale di Milano in bilico, potrebbe essere in forma ridotta ma molte aziende del Nordest annunciano già che non parteciperanno: "Troppe incertezze"

UDINE. I numeri dell’ultima edizione confermano il valore, e l’importanza, di un evento che esalta - soprattutto - il mobile e il design made in Italy: 370 mila persone provenienti da 188 Paesi. Ed è a questi numeri che si associa il Salone del mobile, non a quelli incerti, indefiniti, significativamente più bassi, attesi a un’edizione autunnale, peraltro già in calendario dal 5 al 10 settembre prossimi.

Salone? No grazie

In un clima di profonda incertezza, alla domanda: «parteciperete all’edizione di settembre del Salone del mobile», la risposta dalla maggioranza delle imprese del settore, è un coro di “no”. E da qui l’inizio di un’altra crisi, quella che ha portato alle dimissioni, rassegnate la settimana scorsa, del presidente del Salone, Claudio Luti (Kartell), e a quelle - al momento - pare, solo minacciate, del presidente di Federlegno arredo, il trevigiano Claudio Feltrin (Arper).

Federlegno

Da giovedì scorso a ieri i meeting online in Federlegno sono diventati una routine quasi quotidiana, e il consiglio di ieri, che negli auspici avrebbe dovuto essere risolutivo, è stato aggiornato a oggi. Le ragioni del “no” delle imprese sono intuibili. Non c’è nessuna garanzia che, tra 5 mesi, la pandemia da Covid sarà stata sconfitta in Italia da una campagna vaccinale con il turbo (al momento non ancora innestato). Non ci sono indicazioni sulle modalità di allestimento degli stand in sicurezza, per non parlare della gestione del pubblico. Nulla si sa su quarantene per chi arrivi dall’estero.

Claudio Feltrin
Claudio Feltrin

Presenze internazionali

Ma, soprattutto, non ci sono garanzie sui visitatori dall’estero. Non solo, ma chi ha tessuto negli anni relazioni internazionali, sa che da Usa, Cina, Russia ecc., non ci sono al momento certezze su viaggi verso l’Italia a settembre. «Il Salone è una vetrina di respiro internazionale, se il pubblico internazionale non c'è, non ha senso esserci» è l’opinione di vari imprenditori del Nordest.

Legno-arredo in frenata cedono vendite ed export
La redazione
DITTA PRODUZIONE SEDIE FRIULI MANZANO MIRCO TONIOLO / AGF

I numeri del Nordest

Ecco, il Nordest. È un’area che esprime il 43% delle esportazioni nazionali di mobili, parliamo di 3,8 miliardi di export sugli 8,8 miliardi del totale Paese. E per quel che riguarda il Salone, conta oltre 300 espositori solo tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, pari un quinto delle aziende italiane presenti (degli oltre 2.350 che partecipano alla kermesse, circa 800 sono esteri).

Pro e contro

E ancora. L’impegno in termini organizzativi, non dimenticando quelli economici, della partecipazione al Salone è importante: è un investimento, certo. Ma senza pubblico, rischia di essere solo un costo. Sull’altro fronte, quello del Salone, c’è il pressing di Milano, che lo vede come “l’evento” capace di segnare la svolta della rinascita. E la presidenza del Salone è espressione di Federlegno che mai come in questo caso si trova, letteralmente, tra i due classici fuochi.

La via d’uscita

Quale la via d’uscita dall’impasse? Bocche cucite in casa Federlegno in attesa della decisione che, come detto, avrebbe dovuto arrivare ieri sera e che invece è slittata a oggi. L’opzione cadrebbe su un Salone a metà tra il fisico e l’online, in che modo, con quali modalità, quale partecipazione, organizzazione ecc. non è dato sapere. Pare certo che per salvare capra e cavoli, se sarà confermata, l’edizione 2021 sarà quella dei «compromessi». Con un obiettivo nobile: il Salone è un patrimonio del legno-arredo italiano, non va perso né sprecato.

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