Metalmeccanici, sul filo della rottura la trattativa per il contratto

La vertenza interessa circa 300 mila lavoratori a Nordest. Federmeccanica limita gli aumenti al 5% dei dipendenti. "Inaccettabile" per Landini, Palombella e Bentivogli. Il 22 nuovo incontro "ma se questa resterà la posizione, nessun accordo" promettono i sindacati

ROMA, 4 Novembre 2015 - La trattativa era iniziata sotto buoni auspici, in particolare con l’idea - condivisa da Federmeccanica come da Fim, Fiom e Uilm - di poter definire un accordo per il contratto nazionale dei metalmeccanici entro l’anno, e quindi entro la scadenza del contratto in vigore.

Se questo sarà l’esito, lo si saprà il 22 quando le parti si rincontreranno. Ma - fanno sapere i sindacati - se Federmeccanica riproporrà i contenuti della proposta anticipata oggi, lo strappo sarà inevitabile.

FEDERMECCANICA. La richiesta di chiudere a fine dicembre, è arrivata dal direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, che avrebbe ha ribadito la necessità di individuare un salario che fornisca «garanzie minime» mentre per il resto la trattativa sugli aumenti dovrebbe essere fatta a livello aziendale.

Nel precedente incontro, il direttore degli industriali della meccanica aveva anche sottolineato la necessità di tenere conto, nella definizione dei nuovi minimi di garanzia, dello scostamento tra inflazione prevista nel precedente triennio (6%) e quella a consuntivo (2%).

Un valore che era stato stimato attorno ai 75 euro per lavoratore che, pare, le aziende non richiederebbero indietro, ma di cui si dovrebbe tenere conto nel definire il valore del rinnovo contrattuale in discussione oggi.

LA PROPOSTA. Da queste considerazioni generali discenderebbe la proposta avanzata da Franchi al tavolo, con una previsione di adeguamento dei minimi salariali di garanzia riconosciuta solo a quei lavoratori che hanno una retribuzione individuale inferiore ai minimi.

"Il contratto nazionale - ha detto Franchi - non può più dare incrementi a pioggia, e il 22 faremo una proposta concreta".

Fatti due conti, per i leader di Fim, Fiom e Uilm, applicando la regola di Federmeccanica, solo il 5% dei metalmeccanici beneficerebbe di aumenti nella parte economica del contratto nazionale.

E questo perchè, secondo il direttore dell’associazione di categoria - il contratto “deve svolgere funzioni di garanzia sia economica che sociale”.

Franchi si è detto ottimista sulla possibilità di riuscire a fare un accordo nonostante le preoccupazioni espresse dai sindacati. “Noi pensiamo - ha detto - che i salari debbano essere incrementati ma questo può avvenire dove si produce ricchezza e dopo che la ricchezza si è prodotta. Non chiederemo indietro nulla - ha detto ancora Franchi a proposito dello scostamento tra inflazione prevista e realizzata nel triennio passato - ma lo considereremo nel definire i nuovi minimi di garanzia e inciderà su quando l'aumento salariale partirà".

Infine Franchi, rispetto alla contrattazione aziendale al momento fatta solo da una parte minoritaria delle aziende, si è detto disponibile a cercare una soluzione per quelle imprese che non la applicano.

I SINDACATI. Bocciatura senza appello da Marco Bentivogli, Fim, Maurizio Landini, Fiom, e Rocco Palombella, Uilm, della proposta di Federmeccanica e paventano il rischio rottura della trattativa se la controparte non cambierà posizione al prossimo incontro del 22 dicembre.

Secondo Fiom, Fim e Uilm l’idea degli imprenditori di prevedere l’aumento salariale solo per i lavoratori che hanno il minimo contrattuale, vuol dire che l’incremento andrebbe unicamente ad una minoranza del 5%, sostanzialmente solo ai neoassunti.

"Per noi deve rimanere il fatto che anche un solo euro di aumento deve andare a tutti i lavoratori - ha affermato il leader della Fiom, Maurizio Landini -. Su questo siamo d’accordo tutti e tre. Noi siamo pronti a proseguire il negoziato e vogliamo discutere: le nostre piattaforme sono riconfermate e valuteremo il 22 la loro proposta. Ma se riconfermeranno quanto detto oggi pensiamo non sia possibile fare il contratto. Non accettiamo il principio che il contratto nazionale non eroghi più gli aumenti salariali".

"Se Federmeccanica mantiene la rigidità mostrata oggi rischiamo di arrivare al terzo incontro per la rottura: noi non lo vogliamo assolutamente, è una cosa irrituale", ha detto il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli.

Secondo il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, nell’incontro è stata registrata "una grande difficoltà" e le condizioni poste da Federmeccanica sono "inaccettabili per la prosecuzione della trattativa. Noi vogliamo rinnovare il contratto per la parte economica e normativa per tutti i lavoratori. Federmeccanica - ha aggiunto - vuole mettere in discussione anche gli scatti, non legandoli più all’anzianità aziendale ma alla crescita professionale. Questi sono macigni. Noi abbiamo ribadito che vogliamo proseguire la trattativa ma ci hanno chiesto cose pesantissime, ponendo il rischio che il confronto possa interrompersi".

Le aperture dei sindacalisti ci sono state sulle proposte di Federmeccanica relative al welfare, definite "interessanti".

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