Moda, dai "falsi" 9,9 miliardi di danni alle imprese

I dati dal rapporto di Confartigianato che evidenzia come, nel 2017, le aziende italiane del settore hanno fatto registrare la crescita del 2,9% del fatturato. Sempre: lo scorso anno l’export italiano ha totalizzato 61 miliardi, con un aumento dell’1% rispetto al 2015

TREVISO - Cina, Turchia e Thailandia sono i primi tre Paesi da cui proviene la maggior parte delle merci «taroccate» della moda destinate al mercato europeo e che transitano soprattutto a Hong Kong, Singapore e Iran. Dalla Cina, in particolare, arriva il 41,8% dei prodotti sequestrati nell’Unione europea nel 2015.

Ma il mercato del falso alimenta sommerso e attività illegali anche nel nostro Paese: quello della moda è infatti il settore manifatturiero con il maggior tasso di irregolarità, pari all’11,1%, dell’occupazione del settore.

Il commercio on line ha contribuito ad espandere il fenomeno dei falsi.

In 5 anni infatti, nell’Unione europea, è aumentato dal 5,7% a quasi il 23% il valore dei sequestri di merce contraffatta spediti per posta e corriere espresso.

Dalla rilevazione di Confartigianato emerge che nel 2017 le aziende italiane della moda hanno fatto registrare la crescita del 2,9% del fatturato e contribuiscono a mantenere in attivo la nostra bilancia commerciale: lo scorso anno l’export italiano ha totalizzato 61 miliardi, con un aumento dell’1% rispetto al 2015.

La tenuta sui mercati esteri è accompagnata da una ripresa dei consumi interni: la spesa degli italiani in abbigliamento e calzature è aumentata dello 0,4% tra il 2015 e il 2016, attestandosi ad una media per famiglia di 118 euro mensili per abbigliamento e calzature.
 

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