Mps lancia un’Offerta di scambio su Mediobanca

L’Ops è totalmente in azioni e valorizza l’istituto milanese 13,3 miliardi di euro. “Nascerà il terzo gruppo bancario italiano”. Nel mirino anche il controllo di Generali. Per Piazzetta Cuccia è un’operazione ostile 

Redazione
La sede di Mediobanca di piazza Cuccia, a Milano
La sede di Mediobanca di piazza Cuccia, a Milano

Il Monte dei Paschi di Siena ha annunciato un’Offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Mediobanca, per un corrispettivo totale di 13,3 miliardi di euro, interamente in azioni.

Il rapporto di concambio è stato fissato in 2,3 azioni di nuova emissione di Mps per ogni azione esistente di Mediobanca, che comporta un prezzo implicito di offerta pari a 15,992 euro per azione, e un premio pari al 5,03% rispetto ai prezzi ufficiali del 23 gennaio 2025.

Il gruppo senese, partecipato dallo Stato Italiano, dal gruppo Caltagirone, dal Banco Bpm e dalla holding Delfin, afferma che se l’operazione avrà successo dall’aggregazione è destinato a nascere «un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti chiave, con una forte complementarità di prodotti e servizi e caratterizzato da un business mix altamente diversificato e resiliente, con rilevanti sinergie industriali il nuovo gruppo proteggerà e favorirà lo sviluppo dei due già forti brand Mps e Mediobanca, preservandone il posizionamento e le competenze uniche e consentendo alle famiglie e alle imprese italiane di accedere a una piattaforma di servizi bancari più ampia e integrata».

Tra le partecipazioni più importanti di Mediobanca c’è una quota del 13% del colosso assicurativo triestino Generali

L’operazione su Mediobanca rappresenta «un’opportunità strategica incredibile, in un momento in cui stiamo crescendo e il mercato è molto reattivo». Così Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps, nel corso di una call con gli analisti finanziari. «Mediobanca – ha aggiunto – è la controparte migliore nel momento migliore per una business combination forte. Vogliamo unire le nostre forze. Le condizioni offerta – aggiunge – sono molto allettanti».

Dalla fusione tra Mps e Mediobanca, ha sottolineato ancora l’ad,  nascerebbe un "campione" in grado di offrire servizi di "altissima qualità" ad "oltre 6 milioni di clienti", famiglie e pmi. Con "circa 130 miliardi di impieghi e circa 300 miliardi di risparmi svolgeremo un ruolo fondamentale sia nel soddisfare le esigenze finanziaria degli italiani sia nella generazione e nella protezione della ricchezza degli italiani".

Rocca Salimbeni a Siena, sede storica del Monte dei Paschi
Rocca Salimbeni a Siena, sede storica del Monte dei Paschi

L’obiettivo dell’ops di Mps su Mediobanca è di «acquisire l’intero capitale sociale dell’emittente e conseguire la revoca delle azioni Mediobanca dalla quotazione su Euronext Milan». L'istituto di Rocca Salimbeni, infatti, ritiene che «il delisting favorisca gli obiettivi di integrazione, creazione di sinergie e crescita tra Mps e Mediobanca».

Mediobanca considererà l'offerta di Mps come "ostile". E' quanto si apprende in ambienti finanziari in attesa che il cda di Piazzetta Cuccia si riunisca ufficialmente, con una convocazione attesa nei prossimi giorni, per esaminare la proposta del Monte. L'offerta di Mps, a quanto si apprende, non giunge inattesa sul tavolo di Piazzetta Cuccia.

Gli intrecci azionari

L'offerta di scambio totalitaria di Mps su Mediobanca mette in risalto numerosi intrecci di azionisti che arrivano fino a Generali.  Il primo azionista di Monte dei Paschi risulta ancora il Ministero dell'economia che ha una quota dell'11,7%. L'ultima cessione di quote ha portato all'interno della compagine azionaria Delfin, che poi è salito ancora ed ora ha il 9,78%, e le società del gruppo Caltagirone con il 5,03%.

Un altro 5,03% è detenuto da Banco Bpm che ha lanciato un'Opa sul quarto azionista, Anima, che sfiora il 4%. Quando l'operazione sarà conclusa avrà attorno al 9% di Mps. Gli azionisti, sottolinea la nota diffusa oggi sull'operazione da Monte, non agiscono di concerto.

Dall'acquisizione delle quote della banca senese il risiko bancario è comunque diventato ancora più complesso con l'Ops lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Anche in Mediobanca sono presenti Il gruppo Del Vecchio (Delfin), primo azionista con il 19,81, e Caltagirone, dato ora al 5,5% dal comunicato dell'operazione di oggi e che nel passato era arrivato anche a sfiorare il 10%. Si tratta di quote di investimento indipendenti e autonome. Come ha messo in risalto recentemente Bloomberg i due gruppi hanno visione simile anche se il decision making e gli investimenti sono separati ed indipendenti.

Terzo azionista è Blackrock con il 4,23%. Mediobanca è però guidata da un gruppo di società legate da un accordo di consultazione che vale l'11,4% dell'azionariato.

Nell'accordo ci sono: il gruppo Mediolanum (3,49%), la Fin.Priv (che ha al suo interno Generali, Italmobiliare, Pirelli, Stellantis, Telecom e Unipol), Monge, il Gruppo Gavio, La Finpog Italia (gruppo Doris), il gruppo Ferrero, il Gruppo Luchini, il gruppo Pecci, e con quote minori ancora Tosco-Fin, Smil, Plt Holding (famiglia Tortora), Fin.Fer (Gruppo Pittini) , Vittoria Assicurazioni, Mais, Valsabbia Investimenti, Romano Minozzi. Mediobanca è poi l'azionista più importante di Generali, con il 13,10% del capitale. Seguono il Gruppo del Vecchio/Delfin con il 9,93, il Gruppo Caltagirone 6,92% e il Gruppo Benetton 4,80%.

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