Museo del Vino, un fondo in campo e nuova sede alle ex cartiere Fedrigoni

Nuova ambizione, collocare il MuVin all’interno di un mega progetto di riqualificazione nell’area semicentrale delle ex cartiere Fedrigoni, in una grande area da ben 114mila metri quadrati
Edoardo Bus

Il Museo internazionale del vino di Verona, il cui progetto aveva subito qualche battuta d’arresto, riparte alla grande con lo stanziamento di un milione di euro da parte della Regione Veneto. «Una apposita legge regionale – spiega il consigliere regionale e ideatore del Museo del vino Enrico Corsi – stanzia 350mila euro annui per tre anni, al fine di dare il via alla promozione ed ai primi passi per la realizzazione nel triennio del “MuVin”.

Si tratta di un atto politico assunto all’unanimità importante, di cui ringrazio l’assessore al bilancio Francesco Calzavara e a cui mi aspetto seguano altrettanti segnali operativi da parte di Governo e Comune di Verona».

L’ultimo atto riguardante l’avvio del progetto di Museo risaliva ad un anno fa, con la costituzione della Fondazione Museo del vino da parte di quattordici soci fondatori rappresentativi del territorio, che vanno da Confagricoltura a CIA, da ConfCommercio a Confesercenti, da API all’Unione Vini Veneti.

Ora si riparte, con prospettive ancora più ambiziose, anche perché all’iniziale programma di insediamento nelle ex Gallerie Mercatali, su Viale del Lavoro di fronte alla Fiera di Verona, se ne affianca uno nuovo e fortemente ambizioso proposto al Museo stesso ed al Comune di Verona da parte di un fondo di investimento romano, che prevede di collocare il MuVin all’interno di un mega progetto di riqualificazione nell’area semicentrale delle ex cartiere Fedrigoni, in una grande area da ben 114mila metri quadrati.

Il Museo del vino che, come detto, ha ambizioni internazionali ed andrebbe a fare concorrenza italiana ai già esistenti musei analoghi di Bordeaux in Francia e a Porto in Portogallo, evidentemente ha un appeal importante, vista la capacità che avrebbe di attirare centinaia di migliaia di visitatori e di consolidare da una parte il primato enogastronomico di Verona e dall’altra di offrire una sponda permanente alla famosa rassegna “Vinitaly”.

«Non c’è neanche un giorno da perdere – si entusiasma Enrico Corsi – per dare a Verona una nuova occasione di sviluppo, di creazione di posti di lavoro e di indotto, con nuovo turismo in città, basti pensare che Bordeaux ha 450mila visitatori annui e 12 milioni di fatturato». E non ha certo perso tempo l’importante fondo di investimento, che ha preparato un progetto che nell’area delle ex cartiere prevede di insediare ben tre musei, tra l’altro al posto di un centro commerciale da ben 40mila metri quadrati a suo tempo già autorizzato.

Oltre al “MuVin”, anche il Museo dell’auto Nicolis, ora a Villafranca e travolto dal successo, ed un nuovo Museo Scaligero, oltre ad un hotel, uno studentato, un parco urbano con tanto di anfiteatro all’aperto ed una passerella aerea di collegamento con la futura nuova stazione dell’alta velocità.

Tutte realizzazioni che consentirebbero di dare un nuovo volto ad una zona ora abbandonata e a due passi dal centro. Insomma, il Museo va avanti, con due progetti di insediamento diversi e concorrenti. Ora la parola passa alla politica, e segnatamente ai Ministri Santanché e Lollobrigida, ed ai finanziatori, per un investimento totale che si avvicinerà ai 50 milioni di euro. 

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