Nardi, addio con polemica al Consorzio Prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene
VALDOBBIADENE. Innocente Nardi, presidente del Consorzio Prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene, a muso duro contro la nuova maggioranza del cda del Consorzio. Rispettoso nei toni, durissimo nella sostanza. Le regole dello statuto – replica a chi ha contestato la composizione del prossimo cda (7 vinificatori, 5 imbottigliatori, 3 produttori) – vanno rispettate perché sono state alla base del successo della Denominazione.
«RISPETTARE LO STATUTO»
«Questo non vuol dire che non si possono cambiare ma ci devono essere solide ragioni per farlo attraverso il confronto aperto, trasparente e rispettoso dello statuto avendo sempre come fine ultimo il bene della Denominazione, di ogni sua componente». La nuova maggioranza che prepara le elezioni del primo ottobre ha posto in minoranza lo stesso Nardi, ben 4 cantine sociali e produttori come Carpenè e Villa Sandi.
«NO ALLE GUERRE DI CAMPANILE»
Nardi ricorda che il cda ha operato in modo determinato e coeso fino al dicembre scorso, mentre «da qualche mese segnala logiche di divisione che non fanno il bene del Consorzio». È invece necessario «un confronto a viso aperto» su proposte “precise” che non siano "contro qualcuno” ma «per il bene della Denominazione».
La logica dei piccoli contro i grandi o dei privati contro le cooperative, che comunque associano 1500 viticoltori, la metà dei consorziati, «mina il futuro dei nostri figli» arriva a dire Nardi. Che ricorda pure: le guerre di campanile non hanno fatto il bene della Denominazione.
Il presidente uscente conferma che non si presenterà, ma ribadisce anche che la prossima sarà una vendemmia ‘interessante’ per la qualità. E con orgoglio ricorda di aver battuto la speculazione di questa primavera che ci voleva – ha precisato - sugli stessi valori dello scorso anno. Invece, nei primi 8 mesi di quest’anno le vendite sono calate soltanto del 3,8 per cento, nonostante il lockdown.
RISULTATI POSITIVI
«Seppur con un segno negativo ci attestiamo tra le migliori denominazioni in Italia». Nardi rivendica pure che in 9 anni di presidenza ha portato le bottiglie prodotte da 68 a 92 milioni e il valore della denominazione da 320 a 524 milioni di euro. L’importante, ha aggiunto, è non fare passi indietro sul piano della sostenibilità, per cui queste colline si sono meritate anche la valorizzazione Unesco. Siccome la rivolta contro le cantine sociali e lo stesso Nardi arriva in particolare dai ‘piccoli’ delle rive, il presidente sostiene che la viticoltura eroica «si difende e promuove costruendo valore, non con la quantità o con ipotetici bonus». E replicando a chi ha contestato le rese, lo stesso Nardi rammenta che lo Champagne ha ridotto le sue rese a 80 quintali ettaro per meglio riposizionarsi sul mercato. —
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