Nasce la maxiagenzia del lavoro nel Porto di Trieste
TRIESTE È una delle rivoluzioni che sta per squassare l’universo portuale, ma è quella che interessa più da vicino gli stessi lavoratori. Nasce infatti all’interno dello scalo triestino l’Agenzia del lavoro portuale, nuovo strumento flessibile che interverrà per la fornitura di lavoro temporaneo. La sua costituzione è regolata dal comma 5 dell’articolo 17 della legge 84 del 1994 e prevede che questa funzione venga svolta «da agenzie promosse dalle Autorità portuali o, laddove non istituite, dalle Autorità marittime, e soggette al controllo delle stesse e la cui gestione è affidata ad un organo direttivo composto da rappresentanti delle imprese». L’Authority sta per pubblicare l’avviso che intende raccogliere l’adesione dei terminalisti e delle aziende che svolgono operazioni e servizi portuali e che sarà illustrato alle stesse oltre che logicamente ai rappresentanti sindacali nella riunione che si terrà domani alle 12.30 alla Torre del Lloyd. A farlo sarà il segretario generale dell’Autorità portuale, Mario Sommariva.
L’Agenzia, che finora è stata costituita unicamente nel porto di Livorno è, se la si vuol vedere da questo punto di vista, l’ultima evoluzione della vecchia Compagnia portuale. Assorbirà infatti i lavoratori della Minerva (favorendo sembra anzi anche un loro incremento) che alcuni anni fa aveva preso in affitto il contratto della Compagnia portuale di Trieste finita in liquidazione, assumendone anche i soci-dipendenti, ma integrerà nei propri ranghi anche quasi tutti i lavoratori dell’impresa Deltauno che a propria volta li aveva rilevati dal fallimento di quella che era la più grossa tra le cooperative che operavano in porto, la Primavera. Complessivamente i dipendenti dovrebbero essere oltre 110, ma anche il numero preciso potrebbe essere domani oggetto di discussione. La conseguenza di tutto questo sarà che il Pool flessibile si ingrosserà, mentre si alleggeriranno le cooperative che per lunghi anni erano cresciute, si erano moltiplicate e in parte sono fallite creando all’interno dello scalo quello che alcuni sindacalisti avevano definito una sorta di Far-West caratterizzato da offerte al ribasso e retribuzioni non adeguate o comunque fuori controllo.
L’operazione Agenzia del lavoro, che ha già avuto il via libera anche da parte del ministero, viene vista con favore, come hanno ribadito ieri, da Giulio Germani (Fit-Cisl) e da Renato Kneipp (Filt-Cgil) ed è anche la conseguenza di anni di battaglie sindacali da parte delle sigle tradizionali, ma conseguenza anche dello sciopero indetto dal Comitato lavoratori portuali di Trieste (Clpt-Usb) che il 26 agosto aveva pressoché paralizzato lo scalo aprendo poi una trattativa con l’Authority che in virtù anche della svolta impressa alla Torre del Lloyd dal commissario Zeno D’Agostino, oltre che dallo stesso Sommariva, aveva subito preso un indirizzo collaborativo.
«Puntiamo al fatto che l’Agenzia che nasce ora a Trieste - spiega Kneipp - si discosti un po’ da quella di Livorno e preveda un coinvolgimento più diretto da parte della stessa Autorità portuale chiamata a entrare direttamente nella gestione accanto ai rappresentanti delle imprese. L’esempio al quale ci vorremmo perlomeno avvicinare è quello che regola il lavoro portuale nei grandi scali del Nord come ad esempio in Olanda e in Germania».
Si tratta però comunque di una scommessa dato che viene a formarsi un organismo con un numero cospicuo di dipendenti che se non vengono fatti lavorare ricevono sì un’indennità di mancato avviamento al lavoro, ma che non può essere nemmeno lontanamente paragonata a uno stipendio. «L’appello - conclude Kneipp - è dunque ai terminalisti e agli imprenditori affinché aderiscano all’Agenzia e in qualunque caso di aumento di lavoro, che è una caratteristica costante in molti terminal, non esitino a chiamare in rinforzo ai propri dipendenti i lavoratori dell’Agenzia».
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