Nasce l’asse degli interporti da Fernetti a Cervignano il polo che piace ai tedeschi

TRIESTE Non fosse stato per l’emergenza Covid-19, i terminal di terra a servizio del porto di Trieste starebbero probabilmente già parlando un po’ di tedesco. Dopo il buon esito della due diligence effettuata nei mesi scorsi, il porto fluviale di Duisburg ha deciso infatti di investire nello scalo giuliano, rilevando una quota del suo interporto. Le relazioni sono state avviate nel 2017 con un primo accordo di cooperazione sul traffico ferroviario, che ora potrebbe fare il salto di qualità, portando in pianta stabile a Trieste una delle maggiori realtà logistiche della Germania. L’intesa era prossima, ma l’epidemia ha messo in stand-by la trattativa con l’Autorità portuale. Il mega terminal pubblico tedesco continua però a ritenere strategico l’ingresso nella compagine societaria del terminal intermodale di Fernetti, di cui dovrebbe rilevare il 16%. Dimostrazione dell’interesse tedesco a trovare una via meridionale di accesso marittimo alla Mitteleuropa, offrendo nuove possibilità ai propri clienti. Duisport apprezza le opportunità derivanti dalla possibilità di servirsi dell’interporto per il traffico su gomma, ma l’operazione piace anche per il potenziale (ancora inespresso) dei capannoni in punto franco situati a Bagnoli della Rosandra e forse soprattutto per il possibile sviluppo del grande interporto ferroviario di Cervignano, passato sotto il controllo dell’Autorità portuale e in fase di assorbimento del terminal Sdag di Gorizia.

Grazie alla sinergia con il porto di Trieste, cui appartiene per l’80%, ma sotto la regia della Regione attraverso Friulia, l’Interporto di Cervignano, guarda infatti a nuove opportunità di sviluppo. L'intermodalità si giova di sei binari, che possono accogliere convogli lunghi fino a 750 metri. Da gomma a rotaia, ma in che modo? «Con i semirimorchi che da Cervignano si inoltrano fino a Rostock in Germania», spiega il presidente Lanfranco Sette nel sottolineare il dinamismo di una società «anche molto ben patrimonializzata, per un valore di 65 milioni in crescita, che sente la vicinanza della Regione». Il collegamento con Rostock, realizzato in collaborazione con la Francesco Parisi di Trieste, è stato recentemente portato da uno a due collegamenti settimanali. Mentre dopo il “lockdown” è anche ripartito, «e procede a pieno regime», il collegamento con Orbassano, a cura della Space Logistic in collaborazione con Mercitalia Intermodal.

«La ripartenza non sarà indolore e occorre ripensare tutta la filiera logistica in chiave sistemica, anche in risposta alla pandemia». La riflessione è di Giuseppe Bortolussi, amministratore delegato di Interporto Centro Ingrosso Pordenone nell’annunciare la nuova sfida, il “Progetto polmone”, le cui linee guide sono state già presentate alla Regione Fvg. «Gli operatori della logistica – spiega Bortolussi –, dopo l’emergenza stanno pensando che non si può accentrare tutto in un solo polo» —

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