Natale al lavoro per evadere gli ordini: il mobile vola e riparte l’automotive

Le commesse continuano ad arrivare, anche se la crescita nelle ultime settimane non è più esponenziale, e tante aziende trevigiane passeranno le settimane tra Natale e l’Epifania al lavoro per far fronte alla mole di ordini.
È ripartito perfino l’automotive. La Sole di Oderzo, 600 dipendenti, ha chiuso improvvisamente la cassa integrazione (a rotazione per il 30% degli organici) e ha dovuto ricorrere al lavoro straordinario. Audi, Volvo, Bmw, Seat, persino Maserati, hanno rilanciato gli ordini che avevano sospeso. Perfino il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, i lavoratori sono ritornati in fabbrica (almeno 70 di loro, volontari). Il sabato è stato parzialmente di lavoro.
La Stiga di Castelfranco fabbrica tagliaerba, trattorini e robot da giardino. «Gli addetti sono 650. Sono stati chiamati ad allungare i turni fino a 9 ore, qualcuno anche a farsi il sabato in produzione» conferma Antonio Bianchin della Fim. «Staranno a casa il 24, ma la prossima settimana ritorneranno al lavoro. So di altre aziende che avrebbero commesse da completare però, mancando i materiali, si fermano per le feste».
Certo, c’è anche qualche criticità: sciopero di un’ora, all’Electrolux di Susegana, per la riassunzione dei 50 lavoratori a termine che verranno lasciati a casa per scadenza contrattuale. Electrolux, incontrando nei giorni scorsi i delegati Rsu, aveva assicurato che avrebbe proceduto a nuove assunzioni.
La De’ Longhi conta 2 mila addetti. Dopo Santo Stefano resteranno a casa una settimana, ma alcuni di loro ritorneranno per completare le incombenze. «Sta di fatto – aggiunge Bianchin – che in queste settimane di punta si sono cimentati con supplementi importanti di straordinario, quotidiano e di sabato. Il Gruppo ha registrato una crescita di fatturato di poco inferiore al 20%, per cui, con il prossimo integrativo, porremo l’opportunità di assumere almeno una quota dei 500 “terministi”, di cui 180 assunti recentemente».
Confermano in piazza delle Istituzioni, dove ha sede Assindustria Venetocentro: «Se ci sono aziende che non revocano le ferie è solo perché i magazzini sono rimasti privi di componentistica o di materie prime, per le difficoltà di rifornimento che continuano». In grande spolvero, nelle ultime settimane, le industrie di mobili.
«Vanno benissimo i mobilifici che lavorano per il mercato italiano, trascinato dai bonus» ammette Fiore Piovesana di Camel Group. «Vanno molto bene anche le aziende dell’export, specie verso gli Stati Uniti. Arriviamo sotto Natale col fiato grosso, perché stiamo accumulando straordinario infrasettimanale di almeno un’ora al giorno e di 4 ore al sabato. Stiamo infatti lavorando su panelli e altri elementi ordinati ancora lo scorso mese di luglio. Trattiamo, quindi, ordini pregressi».
La prospettiva? «Ci sarà un leggero decremento della crescita, dovuto al rallentamento dei mercati europei sospesi per i lockdown, ma soprattutto per la questione irrisolta degli approvvigionamenti e dei prezzi in aumento, ma anche della carenza di personale». Nodi irrisolti che si trascinano ormai da mesi.
Gli ordini di materia prima evasi in queste settimane troveranno riscontro non prima di aprile. E s’insinua il tarlo dell’inflazione. Gli uffici di Assindustria, monitorando la situazione, registrano un pericolo il più: l’emergenza sta bloccando le prossime fiere in giro per il mondo, comprese quelle dei mobili. Chi di sicuro lavorerà la prossima settimana sarà l'industria alimentare. A Fregona, per esempio, là dove si crea la pizza surgelata, la Margherita Srl sta sfidando la pandemia con successo. Una sfida che a breve raddoppierà, con la pizza, sempre surgelata, ma a doppia lievitazione. —
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