Neet, meglio umiliati in tv che al lavoro in fabbrica

Solo 100 giovani ai corsi di formazione retribuiti di Unindustria Treviso, esattamente la metà dei 200 posti che l'associazione degli industriali aveva messo a disposizione. L'amarezza della presidente Piovesana per il tasso di disoccupazione giovanile ma anche per le scelte di troppi giovani che sognano il talk show e snobbano il posto in azienda

TREVISO - L'offerta di 200 percorsi di formazione professionale retribuiti rivolti ai giovani da Unindustria Treviso lanciata alcuni mesi fa ha avuto l'adesione di poco più di 100 candidati.

«Al tempo stesso, molti giovani continuano a sognare di diventare cuochi e magari di partecipare ai molti programmi televisivi nei quali vengono trattati e talvolta umiliati in maniera inimmaginabile in qualsiasi azienda industriale».

A dirlo Maria Cristina Piovesana, presidente dell'associazione degli industriali trevigiani che ha affidato ad una lettera aperta l'amarezza per i «dati preoccupanti sull'entità della disoccupazione giovanile» e contemporaneamente la difficoltà che «molte nostre imprese continuano a segnalare nel trovare giovani disposti ad investire su un percorso professionale nell'industria, che pure si conferma centrale nel rilancio dell'economia e del lavoro nel nostro Paese».

Piovesana precisa comunque che «ridare appeal al "posto" in fabbrica non è tanto l'interesse di una categoria, che con orgoglio rappresento a Unindustria Treviso, ma considerare, partendo da dati evidenti, come sia in un'industria e in servizi avanzati e competitivi, come quelli presenti nel nostro territorio (Treviso è l'ottava provincia industriale italiana per imprese e addetti e la sesta provincia manifatturiera), che vi sono opportunità di crescita personale e professionale come pure garanzie e tutele».

«Il compito primario per tutte le componenti istituzionali e sociali che si considerano classe dirigente di questo Paese - conclude la leader di Unindustria Treviso - è di parlare chiaro e ricostruire un quadro veritiero e credibile in cui le aspettative dei giovani, e non solo possano trovare un riferimento per poter costruire il proprio futuro».

Riproduzione riservata © il Nord Est