Nei geni dello Sportsystem la proiezione globale
I distretti industriali tornano a destare l'attenzione di osservatori e studiosi dell’economia del Nordest. Soprattutto, ci si interroga sulla loro capacità di competere nei mercati globali, dopo le ferite inferte dalla lunga crisi recessiva. Da qui l’idea di intraprendere un viaggio di ricerca tra i distretti di quest’area, insieme a Valentina De Marchi e Gary Gereffi (l’inventore del concetto di global value chain). Idealmente, il viaggio parte da Villa Zuccareda-Binetti a Montebelluna, dove Antonio Lauro, presidente dell’Associazione dello Sportsystem, disegna il quadro di un distretto ancora vitale. Un’analisi dei bilanci delle imprese distrettuali contenuti nella banca dati Aida sembra dargli ragione.
La tabella mostra la dinamica 2010-14 delle 67 imprese che nel 2014 hanno realizzato ricavi superiori a 2,5 milioni di euro. Se nel triennio 2010-13 il nostro campione (che approssima bene il fatturato totale del distretto) registra una flessione media annua del fatturato (-3,1%), il 2014 segnala una buona ripresa (+9,9%). La redditività sul totale dell’attivo (Roa) ha un andamento simile, perdendo punti nel primo triennio e recuperandoli l'anno successivo.
Da notare che le imprese più piccole (sotto i 10 milioni) e quelle intermedie (tra 10 e 30) registrano una crescita del fatturato anche nel primo triennio. La flessione osservata nell’intero campione è stata quindi determinata dal solo gruppo delle 10 imprese più grandi, che comunque segnala un incremento del 9,5% nel 2014. In definitiva, la vitalità del distretto risulta confermata dai dati del periodo considerato, come pure dalle informazioni disponibili per il 2015. Cerchiamo allora di comprendere questo positivo risultato, anche alla luce di quanto la storia del distretto ha insegnato.
Imprenditori pionieri
Un tratto distintivo del distretto – nel suo passato e nella fase attuale – è la presenza di imprenditorialità, da intendersi come capacità che determinate persone hanno di individuare e sfruttare nuove opportunità di business. Montebelluna ha sempre espresso un certo numero di imprenditori-pionieri capaci di esplorare nuove frontiere e di sviluppare grandi o piccole innovazioni, seguiti in genere da rapidi imitatori, come di norma accade nei sistemi distrettuali.
La più importante delle innovazioni prodotte nel distretto è la “rivoluzione della plastica” avviata da Nordica (oggi tra i marchi di Tecnica Group). Il primo scarpone da sci in plastica fu realizzato negli Usa nel 1966. Nordica comprese subito la portata di questa idea e la sviluppò sia dal lato del processo produttivo che del prodotto. Il passaggio dal cuoio alla plastica ebbe effetti dirompenti sul distretto: i principali concorrenti seguirono a ruota il pioniere; altre imprese cessarono l'attività (ogni fase di discontinuità è fortemente selettiva); la nuova filiera portò a nuove attività di subfornitura, locali o esterne; alcuni imprenditori, infine, scelsero di continuare a lavorare il cuoio, passando a prodotti diversi dallo scarpone da sci. Tra questi il fondatore di Alpinestars, che trasferì all’impresa la sua passione per la moto. Alpinestars ha un fatturato di 127,1 milioni nel 2014, con una crescita del 42,6% nel quadriennio considerato. La svolta effettuata a suo tempo da Alpinestars esemplifica un tipo di scelta strategica che molte altre imprese locali hanno intrapreso, spesso più volte nel corso della loro vita. Queste scelte sono il portato dell’imprenditorialità di cui si è detto, e nel loro insieme descrivono il percorso evolutivo di diversificazione concentrica seguito dallo sportsystem.
La diversificazione che ha “mosso” il distretto si è sviluppata a sua volta lungo tre direttrici: le tante specializzazioni sportive, innanzitutto; inoltre, dato un certo sport, dalle calzature ai capi di vestiario e agli accessori; infine, dagli sport allo stile di vita sportivo. Il caso più importante di quest’ultima proiezione è senza dubbio Geox, riconoscendo che soffriva di miopia chi ha considerato la nascita di questa impresa e il suo strepitoso successo come “altro” dal distretto di Montebelluna.
Locale-internazionale
Alcuni fatti sono noti: le tante imprese del distretto che hanno chiuso i battenti nell’ultimo decennio; una dura competizione su scala globale, non destinata ad attenuarsi; la realizzazione in una costellazione di siti esteri di gran parte della capacità produttiva corrispondente ai prodotti “pensati” nel distretto, un fenomeno rispetto al quale alcune recenti scelte di reshoring sono lontane dal prefigurare un generale “ritorno a casa” della produzione. Messi insieme, questi dati hanno alimentato una visione pessimistica delle sorti dello sportsystem. Altri elementi e le stesse performance economico-finanziarie da cui siamo partiti suggeriscono però una linea interpretativa del tutto diversa. A tal fine, è utile riunire i cataloghi delle imprese del distretto, da quelle molto diversificate a quelle molto specializzate. Si ottiene un’enorme varietà in termini di linee di prodotto, di prodotti distinti che le compongono, di modelli e varianti in cui ciascun prodotto viene offerto. Questo mega-catalogo rappresenta la proiezione attuale del percorso di diversificazione concentrica che ha coinvolto il distretto, attivando al contempo un insieme sempre più ampio ed eterogeneo di fasi produttive specializzate, inevitabilmente localizzate su uno spazio geografico ben più ampio del territorio distrettuale.
In altri termini, l’internazionalizzazione della produzione è stata una necessità evolutiva di questo distretto, che ha preceduto la ben nota “corsa” alla delocalizzazione avvenuta a cavallo dei due secoli. In sintesi, la dialettica locale-globale è parte della storia del distretto, ne costituisce una sorta di invariante, al pari dell'imprenditorialità.
Giacimento cognitivo
Il vantaggio competitivo di molte imprese locali deriva dalla conoscenza dei processi produttivi che portano ai prodotti, della struttura fisica dei prodotti, e delle loro prestazioni in relazione ai modi e ai contesti in cui vengono utilizzati. La manifattura continua a vivere a Montebelluna non solo perché l’alto di gamma continua (o torna) a venire prodotto in loco, ma anche perché la R&S, la progettazione, la prototipazione, la gestione della qualità e la gestione delle catene di fornitura, in breve tutto ciò che circonda le operazioni manifatturiere, rimane nel distretto.
Si tratta di un giacimento cognitivo imponente e in continua evoluzione, alimentato dalla capacità di singole imprese, che a loro volta si avvale dei tipici meccanismi attraverso cui le conoscenze circolano nel distretto: dal reverse engineering dei prodotti alla mobilità delle risorse umane, dalle relazioni tra imprese agli spin-offs. Le conoscenze circolano ed entrano in combinazione creando nuove conoscenze, ricordando che anche su questo versante il gioco locale-globale svolge (ha sempre svolto) un ruolo essenziale. Lo dimostra la vera eccellenza raggiunta dallo sportsystem nel creare relazioni utili – anche sul piano cognitivo – con esperti e atleti di varie discipline sportive. Come icona di questa strategia si ricorda il reclutamento nel 2006 di Heinz Mariacher come manager della linea climbing da parte del Calzaturificio Scarpa (impresa che ha registrato una crescita dei ricavi nel periodo 2010-14 del 58%).
Un modo poco citato in cui si realizza la combinazione di conoscenze, ma non di poco conto per lo sportsystem, è dato dai passaggi di proprietà di imprese e marchi. Emblematico il caso di Novation Tech. Alle sue spalle una storia che si dispiega in diverse tappe, di cui la più importante in termini di apprendimento è l'acquisizione nel 1994 da parte di Nike e la permanenza in quel gruppo per un decennio. Novation Tech è oggi un’impresa di punta nella produzione di articoli sportivi speciali e di componenti in fibra di carbonio. Nel 2014 ha aumentato le vendite del 38,4%, recuperando interamente la flessione subita nei tre anni precedenti.
Identità e immagine
Un progetto comunicativo capace di rafforzare l’identità e l’immagine del distretto al suo interno e nel mondo dovrebbe venire costruito intorno a tre concetti-chiave: i materiali, le forme e gli usi dei prodotti. Sono le dimensioni in cui Montebelluna ha raggiunto livelli di eccellenza, che accompagnano il percorso evolutivo di diversificazione concentrica del distretto, e alimentano la vitalità che a tutt’oggi esso dimostra. I materiali tracciano la frontiera di innovazione tecnologica su cui molte imprese distrettuali continuano a impegnarsi. Le forme rinviano a quella ricerca di equilibrio tra estetica e prestazioni funzionali (il design) che collocano Montebelluna nella migliore tradizione del Made in Italy. Infine, la storia del distretto è anche intessuta di un’attenzione specifica ai modi e ai contesti in cui le persone utilizzano i prodotti. Materiali, forme, usi formano insieme la terza e ultima invariante di questo straordinario distretto, destinata a scrivere – in combinazione con le altre due (imprenditorialità e dialettica locale-globale) – nuovi capitoli della sua storia.
*Università di Padova
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