Nel settore bancario persi 6 mila posti di lavoro in un solo mese. Più di un terzo a Nordest

Il bilancio del segretario generale della First Cisl, Giulio Romani. Nel totale sono compresi i 1.800 del nuovo gruppo Banco Bpm, i 300 di Crédit Agricole, i 230 di Popolare di Vicenza, oltre ai licenziamenti di Hypo Alpe Adria Bank

UDINE - «Nel settore bancario abbiamo perso più di 6.000 posti di lavoro in un solo mese».

Così Giulio Romani, segretario generale First Cisl, in merito agli accordi in materia di esuberi sottoscritti nell’ultimo mese del 2016.

L’ufficio studi di First Cisl stima che le intese siglate nel solo dicembre producano di qui in avanti uscite complessive pari a 6.690 lavoratori.

«Questo - dice Romani - senza contare il piano industriale di UniCredit, presentato anch’esso in dicembre, che cancella ulteriori 3.900 posti. L’amarissima ciliegina sulla torta - prosegue - è che mentre ci accingiamo al rito del veglione, in Cariferrara si chiude l’anno a un tavolo di trattativa, perchè si pretenderebbe di buttar fuori altre 400 persone per sanare i danni prodotti da manager incapaci, commissari di Banca d’Italia e decreti governativi che, un po' per volta, hanno ridotto la banca sul lastrico».

Nel dettaglio, l’analisi dell’ufficio studi di First Cisl evidenzia 2.750 uscite decise in dicembre in Ubi, 1.800 nel neonato gruppo Banco Bpm, 780 in Bnl, 600 in Monte dei Paschi, 300 in Crèdit Agricole, 230 sia in Popolare di Vicenza che nel Credito Valtellinese.

«Per il 2017 - conclude - l’augurio è che si sappia ritrovare la capacità di pensare allo sviluppo come strumento per creare occupazione e non per distruggerla, che si riprogettino i modelli di banca per assistere realmente l’economia e le famiglie e, infine, che si restituisca un lavoro a chi lo ha perso, a partire dai lavoratori di Hypo Alpe Adria Bank, che sono le più recenti vittime inermi di questa assurda moda di far pagare il conto a chi lavora».

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