Nomisma: non scende causa Covid la propensione all'acquisto di una casa
In un contesto così incerto e complesso come quello attuale, la propensione all’acquisto di un’abitazione per le famiglie italiane si mantiene apparentemente su livelli simili rispetto a quelli dello scorso anno (2.447.700 le famiglie interessate all’acquisto), ma occorre interpretare i dati effettivamente raccolti alla luce di una “realtà aumentata” che incrocia la percezione del futuro con le condizioni reddituali delle famiglie. Alla luce di questo le famiglie intenzionate all’acquisto di un immobile si riducono a 625.900.
È questa la fotografia che emerge dall’Indagine Nomisma 2020 sulle famiglie italiane presentata oggi in occasione dell’evento in diretta streaming organizzato da Nomisma e CRIF in collaborazione con UniCredit Subito Casa dal titolo "Fuori tutti, la voce alle famiglie. Vivere, abitare, investire: l'Oltre del Coronavirus".
Secondo i dati effettivi raccolti da Nomisma cresce la domanda potenziale delle famiglie che si stanno già muovendo per cercare un’abitazione con una percentuale che passa dall’1.9% (pari a 494mila famiglie) al 2,1% (549mila famiglie). Si tratta di un incremento sorretto probabilmente da una pianificazione dell’acquisto pre-pandemia. Al contrario diminuiscono lievemente le intenzioni di acquisto di un’abitazione nei prossimi 12 mesi, passando dal 7,6% al 7,3% (1.9 milioni di famiglie).
Le intenzioni d’acquisto sono espresse principalmente da famiglie giovani (18-34 anni e 35-44 anni) desiderose di migliorare la propria condizione abitativa che presentano un reddito stabile, ma anche da famiglie che, per effetto della pandemia, hanno subito un peggioramento delle proprie condizioni finanziarie.
Se si circoscrive il campo di analisi alla probabilità di realizzo dell’aspettativa di acquisto casa, e considerando quindi le sole famiglie che presentano una solida capacità reddituale, la componente tenderà a ridursi. Nello specifico, la domanda potenziale che riguarda le famiglie che si stanno già muovendo si stabilizzerà intorno allo 0,6% (156mila famiglie), così come le intenzioni delle famiglie che mostrano la volontà di attivarsi nei prossimi mesi e che riguarderanno l’1,8% di esse pari a 470 mila famiglie. Questa percentuale – rimarca l’istituto di ricerca bolognese - tiene conto del gruppo di famiglie che detiene effettive capacità di concretizzare le scelte d’investimento pianificate.
Nel contesto attuale il rischio di un ulteriore allargamento della forbice sociale tra gruppi familiari e di una ulteriore polarizzazione della ricchezza risulta ancora più evidente, e per contrastare questa tendenza, saranno determinanti le misure contenute nel recente Decreto Rilancio a sostegno della casa e dell’industria immobiliare.
Per le famiglie che cercano casa, il soddisfacimento dei bisogni primari risulta essere uno degli obiettivi prioritari, tanto che le motivazioni di acquisto prima casa e di sostituzione prima casa interessano complessivamente il 74% delle intenzioni d’acquisto.
Secondo i dati raccolti da Nomisma le famiglie interessate all’affitto sarebbero 2.008.300, ma anche in questo caso, circoscrivendo l’analisi ai soli nuclei che manifestano un’effettiva capacità reddituale, la domanda effettiva tenderà a ridursi a 730.300 famiglie. Considerando le motivazioni che sorreggono il mercato dell’affitto emerge come il 54,4% delle famiglie – erano il 58% lo scorso anno – consideri l’affitto un’opzione alternativa a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti per poter accedere al mercato della compravendita.
Infine, dall’indagine emerge come la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha accumulato ritardi nel pagamento dell’affitto è passata dal 9,6% del pre-Covid-19 al 24% durante le misure di contenimento. Per effetto del lockdown, quindi, una famiglia su quattro ha mostrato difficoltà nel pagamento dell’affitto. Un’evidenza che trova conferma anche nelle aspettative per i prossimi 12 mesi: più del 40% delle famiglie prevede di avere difficoltà a rispettare il pagamento del canone di affitto.
Diverso il quadro che proviene dal mercato delle riqualificazioni edilizie, che anche quest’anno continua ad essere caratterizzato da luci e ombre. Le intenzioni di ristrutturazione nei prossimi 12 mesi si mantengono elevate anche quest’anno e in aumento rispetto alla scorsa rilevazione passando dal 20% al 24% delle famiglie (pari a 6,2 milioni). Considerando però l’effetto che potrebbe innescarsi attraverso l’applicazione del Decreto Rilancio, la domanda potenzialmente interessata a interventi di riqualificazione energetica sarebbe ben più ampia, arrivando a coinvolgere più di 12 milioni di famiglie.
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