Nordest, per il 40% degli imprenditori crescita stabile entro un anno

VENEZIA. Entro non più di due anni il Paese sarà tornato a crescere, ancora per merito della domanda estera rispetto a quella interna, ma con la prospettiva di una ripresa dell’occupazione. Lo dicono gli imprenditori coinvolti dall'ultimo opion panel di Fondazione Nord Est. Il questionario ha raggiunto 300 titolari di impresa: il 37,6% di loro, in particolare, vede il biennio come orizzonte più probabile per la ripresa; il 23,4% stima un orizzonte più lungo, a cinque anni, invece per un altro consistente 20,6% la crescita si sarà fatta più solida entro un anno. Osservando i risultati, è quindi possibile affermare che per oltre la metà degli imprenditori il Paese sarà uscito dalla recessione al massimo entro il prossimo biennio; se il semestre, poi, è una prospettiva per il 5,9% degli intervistati, per un non marginale 12,5% di rispondenti la ripresa è già in atto.

E il Nord-Est quando tornerà a crescere? Alcuni segnali di fiducia sembrano percorrere le risposte degli imprenditori nordestini, che proprio per il Nord-Est vedono una situazione molto simile a quella italiana, pur con alcune specificità: per il Nord-Est, infatti, cresce la quota di coloro che ritengono l’anno come un orizzonte credibile (29,6%), registrando un valore pressoché identico a quello ottenuto dalla modalità “due anni”; aumenta anche la quota di quanti credono che sia già in atto la ripresa (fino al 15,3%).

Le imprese cominciano a vedere la luce – sottolinea Francesco Peghin, residente di Fondazione Nord Est -. Per buona parte degli imprenditori interpellati la crescita del Nord Est sarà più rapida che nel resto del Paese. I dati emersi da questo Opinion Panel mettono in evidenza come le possibilità per il Nord Est siano superiori a quelle osservate per il contesto nazionale, probabilmente in ragione del percorso compiuto negli ultimi anni dalle aziende del nostro territorio sui mercati internazionali”.

I segnali positivi sono confermati anche da un quesito teso a sondare specificatamente il prossimo semestre: l’Italia “ritroverà la strada della crescita” per il 40,6% degli imprenditori, pur a fronte di una consistente maggioranza (59,4%) che al contrario ritiene che il Paese “rimarrà nell’attuale situazione di stallo”.

 

Ma quale sarà l’elemento di traino della crescita? Per 9 imprenditori su 10 sarà ancora indubitabilmente l’export il vero driver di sviluppo; solo il 10,4% sembra invece prefigurare uno spazio per la domanda interna.

 

E sul piano dei riflessi occupazionali? Qui, le indicazioni degli imprenditori appaiono improntate all’ottimismo, anche se il quesito non prevedeva l’esplicitazione di un orizzonte temporale: così, il 76,4% di loro ritiene che la crescita trainerà l’occupazione, mentre il restante quarto di rispondenti crede, per converso, che ciò non avverrà.

Crescita e riflessi occupazionali non esauriscono però le questioni importanti per definire i parametri entro i quali dovrà muoversi il nostro Paese con l’obiettivo di uscire dalla crisi degli ultimi anni: il cambiamento dei modelli di consumo (21,7%), i processi demografici (20,5%), le esigenze di sostenibilità (19,3%), i mutamenti tecnologici (19,2%) e infine la globalizzazione (19,3%) rappresentano infine per gli imprenditori le tendenze che più influenzeranno lo sviluppo dei prossimi anni.

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