Nuova "stretta" all'erogazione e fiducia al lumicino: questi i danni della crisi del credito secondo gli imprenditori

I risultati di un'indagine di Fondazione nord-est: il 73,6% dei titolari di azienda ritiene che la colpa della crisi sia da attribuire a management e sistemi di controllo non adeguati. Ma le banche locali "sono una risorsa"

VENEZIA  - Management e sistemi di controllo non adeguati sono le principali cause che hanno determinato il momento di grande difficoltà del sistema bancario del Nord Est: è questa l’opinione prevalente tra i 240 imprenditori (appartenenenti al panel della classe dirigente imprenditoriale) interpellati da Fondazione Nord Est sulla crisi del sistema bancario.

Una crisi profonda che, sempre secondo gli intervistati, avrà come effetti principali la riduzione del livello di fiducia tra gli operatori economici, la chiusura di un numero consistente di sportelli bancari e una riduzione del credito per le imprese.

L’esperienza delle banche territoriali è da considerarsi storia passata?

Non per il 66,1% degli imprenditori che vede nella capacità di conoscere meglio le realtà locali la forza di questa formula bancaria.

Scendendo nei dettagli della rilevazione emerge che il 25,9% degli imprenditori ritiene che il momento di grande difficoltà delle banche del Nord Est sia dovuto all’inadeguatezza del management, il 24,3% punta il dito contro la mancanza di sistemi efficaci di controllo esterni e il 23,4% contro l’inadeguatezza dei sistemi di controllo interni (governance).

Solamente il 10,9% ritiene che alla base della crisi ci sia una relazione distorta tra territori e banche, il 9,2% individua nel perdurare della crisi economica la causa principale, il 3,3% ritiene insufficiente l’utilizzo di sistemi di rating/valutazione, mentre solamente il 2,9% ritiene che la colpa sia da attribuire alla riforma che ha interessato il sistema delle banche popolari.

Se dalle cause si passa agli effetti, emerge che la crisi del sistema bancario ha prodotto e produrrà una dissipazione di fiducia nei rapporti tra operatori economici, un’affermazione che trova molto o abbastanza d’accordo il 90,8% degli imprenditori.

Una parte consistente dei quali sembra concentrarsi prevalentemente sugli effetti interni al sistema come la chiusura di numerosi sportelli bancari 84,9% o i forti tagli occupazionali 75,2%; mentre tre imprenditori su quattro sottolineano che l’attuale crisi porterà ad un allontanamento dei centri decisionali del sistema bancario (74,8%).

Quasi 8 imprenditori su 10 (79,8%) temono una riduzione del credito per le imprese e la conseguente riduzione degli investimenti (73,1%) delle imprese che si troveranno costrette a ricorrere a nuove forme di finanziamento (58,4%).

Poco più che maggioritaria (51,7%) la quota di chi prevede un impatto (negativo) sui consumi.

Dopo la profonda crisi delle banche nordestine, qual è l’opinione sulle banche del territorio?

Il 66,1% degli imprenditori ritiene che in futuro ci sarà ancora spazio per questa formula.

Interrogati sul significato di “banca del territorio” gli imprenditori sottolineano come la maggior conoscenza delle realtà locali rappresenti il segno distintivo di tale formula, un’opinione che trova d’accordo il 42,3% degli imprenditori, mentre il 38,9% sottolinea la capacità di operare e favorire il territorio.

Il 9,2% individua nella specializzazione a fornire credito a piccole realtà l’elemento che contraddistingue le banche del territorio, il 5,9% ritiene che tali realtà debbano rispondere al territorio, il 2,9% e lo 0,8% degli imprenditori ritengono, rispettivamente, che la banca del territorio sia quell’istituto che opera su un territorio circoscritto e che ha dimensioni contenute.

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