Operai agricoli, saltano le trattative per il contratto e scatta lo sciopero
UDINE - Saltata la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro degli operai agricoli, e i sindacati proclamano lo sciopero per il 15 giugno.
«L’auspicio - dichiara Andrea Menegoz della Fai Cisl - è che la trattativa possa riprendere. Ma deve essere chiaro che l’intelaiatura del contratto, che è profondamente diverso da quelli di altre categorie e che è stata costruita tassello dopo tassello nel corso del tempo, non può venire distrutta».
La protesta coinvolgerà 18 mila lavoratori in Fvg, quasi un milione a livello nazionale.
La trattativa tra associazioni datoriali e sindacati di categoria si è interrotta dopo un lungo confronto iniziato ancor prima della scadenza del contratto, avvenuta il 31 dicembre 2017.
«La delegazione trattante di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, a 5 mesi dalla scadenza del contratto nazionale degli operai agricoli e florovivaisti, ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di proseguire la negoziazione», è la dichiarazione unitaria delle tre organizzazioni.
«Sono troppi – rimarcano i sindacalisti – i punti di disaccordo emersi con le parti datoriali. Le loro richieste sono state ingombranti per quantità e rilevanza, rispetto alle rivendicazioni contenute nella nostra piattaforma; basti pensare all’abolizione del limite dell’orario di lavoro giornaliero, con tutte le sue implicazioni, anche previdenziali, in un settore dall’alta frammentazione e dalle esigue dimensioni aziendali».
Altro punto critico, entrano nel dettaglio i segretari regionali Fvg di Fai, Flai e Uila, Claudia Sacilotto, Fabrizio Morocutti e Pierpaolo Guerra, che fanno parte della delegazione sindacale «è l’introduzione di un salario minimo nazionale, richiesta che a nostro parere confligge con l’attuale struttura salariale. Anche sulla nostra disponibilità a definire una particolare regolamentazione per le aziende plurilocalizzate, non abbiamo riscontrato il giusto apprezzamento. Così come, in materia di appalti, non sembra essere ancora forte l’attenzione verso norme capaci di frenare il dilagante fenomeno di esternalizzazione della manodopera senza adeguata copertura contrattuale».
«Ci auguriamo – concludono i sindacati – di tornare presto a negoziare anche sui punti che in questa fase della trattativa non hanno ancora ricevuto la considerazione che meritano, come l’aumento salariale, il recepimento di quanto contenuto nella Legge 199, in particolare su trasporto e collocamento, nonché in riferimento alla Rete del lavoro agricolo di qualità, e poi i nuovi strumenti di welfare, il rafforzamento dei diritti individuali e sindacali.
La nostra volontà è quella di chiudere la trattativa siglando un contratto forte, equilibrato e degno di un settore strategico per il Paese, che coinvolge 200 mila aziende e oltre un milione di lavoratrici e lavoratori».
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