Operazione Tailor made: sgominata la nuova mala del Brenta
Venti arresti, di cui 10 ai domiciliari, 35 milioni di euro sequestrati, tra cui due ville venete, e un giro di fatture false per 150 milioni di euro, con una evasione delle imposte per 40 milioni di euro. Questi i numeri della maxi operazione condotta dalla Guardia di Finanza il 10 dicembre mattina.
L'operazione si chiama "Tailor made", letteralmente "Su misura" ed è stata effettuata sotto la direzione della procura di Padova. Le persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare - in carcere o ai domiciliari - finora sono 17, mentre altre tre risultano all'estero.
Le fiamme gialle hanno messo le mani su una realtà, operante lungo la Riviera del Brenta, tra Padova e Venezia, che, secondo l'ipotesi d'accusa, è riuscita in poco tempo a realizzare un giro d'affari di false fatturazioni per 150 milioni di euro - con un danno all'erario per circa 40 - e che operava «in contanti». Quello che è emerso è un "supermarket della fattura falsa gestito da una organizzazione che realizzava società fittizie su misura delle richieste delle aziende 'clientì, operanti nei più diversi campi, tese a coprire acquisti e vendite in nero di consistenti stock di merce, dal tessile all'acciaio, dal materiale plastico alla cartotecnica". Una struttura criminale, che in circa tre anni è riuscita a realizzare almeno 30 società fittizie per l'emissione di fatture per operazioni commerciali inesistenti - i camion giravano mezza Europa vuoti ma tutto era documentato in caso di controlli - portata alla luce dalla indagini della Guardia di Finanza di Mirano (Venezia).
Tra i beni sequestrati, oltre agli immobili, anche una barca d'altura, conti correnti in Paesi dell'est Europa, otto società attive nei settori di trasporto , immobiliare e commercio di plastica, a loro volta proprietarie di 81 unità immobiliari, tra cui una valle lagunare adibita a pesca, caccia ed acquacoltura di oltre 350 ettari.
Oltre agli arresti sono state eseguite 150 perquisizioni, in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. Tra le persone raggiunte da ordinanza cautelare, Salvatore Lazzarin, residente a Dolo in una antica villa, dove sono stati trovati fucili da caccia da collezione e animali rari imbalsamati. Tutti i giorni si recava a Padova dove c'era un ufficio con 5-6 dipendenti. Secondo quanto accertato dai finanzieri, il sodalizio non ha alcun legame con gli ambienti criminali della vecchia 'mala del Brentà e avrebbe operato esclusivamente sul piano della frode finanziaria e del riciclaggio del denaro ad esso legata. Gran parte dei componenti della struttura, a carattere piramidale, sono risultati assunti dalle società fittizie al fine di sviare eventuali controlli.
Sul piano tecnico, dopo una fase iniziale di 'offertà sul mercato fatta dal sodalizio per manifestare la disponibilità di fatturazioni false, è risultato che l'organizzazione era ricercata dagli stessi 'clientì. Per questi, anche di dimensioni medio-grandi, sono scattate le denunce per utilizzo di false fatture. Da quanto emerso dalle indagini, nella maggior parte dei casi l'organizzazione si occupava del trasporto della merce dal fornitore alla ditta acquirente, attraverso una o più società fittizie. "Il nero - è detto in un'altra intercettazione - è la nuova frontiera per non rischiare con il fisco. Rischi solo se beccano".
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