Panama, canale made in Italy, c'è anche Cimolai con i suoi 16 cancelli giganti

C'è anche la tecnologia Cimolai nella più grande opera ingegneristica del secolo: il nuovo Canale di Panama. Oggi l'avvio del traffico dopo l'inaugurazione ufficiale. Il primo viaggio delle paratoie made in Fvg risale ancora al 2013

C'è anche la tecnologia Cimolai nella più grande opera ingegneristica del secolo: il nuovo Canale di Panama. Oggi l'avvio del traffico nel Canale dopo l'inaugurazione ufficiale.

Orgoglio tutto made in Italy per questo progetto oggi all'attesnzione dei capi di stato e di governo chiamati dal presidente panamense Varela. Capofila la Salini Impregilo che quasi tre anni fa ha sostituito la spagnola Sacyr (entrambe al 48% del consorzio) e ha sbloccato i lavori per concludere l'opera.

Il contenzioso con l'Autorità del canale panamense per circa due miliardi di dollari su tre miliardi e mezzo di preventivo proseguirà per anni di fronte alla camera arbitrale di Miami, ma intanto il nuovo canale è stato concluso, consegnato e, ora, testato con successo.
 "Di italiano c'è molto in questa opera, che dovrà durare almeno altri 100 anni così come da contratto - spiega Michele Chiesa, il project manager del cantiere delle chiuse sull'Atlantico - con le paratoie da migliaia di tonnellate che sono state completamente prodotte in Italia, dalla Cimolai e poi trasportate già montate via mare, e il software di controllo che è tutto 'made in Italy', realizzato dalla Selex".

E' dunque ancora il tricolore a sventolare sulle paratoie. Salini Impregilo ha sub-appaltato alla pordenonese Cimolai la realizzazione di 16 grandi “cancelli” scorrevoli, fabbricati in lamine di alluminio, alti 10 metri, larghi 28 metri, lunghi 58 metri, pesanti oltre 4 mila tonnellate. Testati per resistere 100 anni e per reggere scosse sismiche fino a 7,4 gradi Richter. Impiegano 3-4 minuti per aprire/chiudere le chiuse.

Il valore della commessa gira attorno ai 350 milioni di dollari, cui vanno aggiunti 50 milioni di costi logistici, relativi alle complesse operazioni di trasporto via-mare dall’Adriatico al Canale, gestiti dalla Geodis Wilson Italia.


Per mettere a punto le 16 paratoie Cimolai ha mobilitato i suoi stabilimenti di Roveredo, Polcenigo, San Giorgio di Nogaro. Le gigantesche sono state trasportate con apposite chiatte fino alla rada portuale di Trieste, poi caricate su un’unità semi-sommergibile, la “Stx Rose Two”: sono occorsi quattro viaggi per accompagnare, a colpi di quattro paratoie alla volta, l’ingombrante carico alla destinazione panamense.

Il primo trasporto, durato un mese, risale all’estate 2013: quelli successivi dovettero attendere che si sbloccasse il contenzioso sugli extra-costi.

Sono infine della emiliana Brevini i riduttori che da oggi muoveranno le gigantesche paratie mobili del nuovo Canale di Panama (le più grosse porte esistenti al mondo).

Brevini ha fornito alla friulana Cimolai i riduttori per muovere i portoni scorrevoli che si devono aprire in meno di 5 minuti, per centinaia di volte ogni settimana.

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