Panama, canale made in Italy, c'è anche Cimolai con i suoi 16 cancelli giganti

C'è anche la tecnologia Cimolai nella più grande opera ingegneristica del secolo: il nuovo Canale di Panama. Oggi l'avvio del traffico nel Canale dopo l'inaugurazione ufficiale.
Orgoglio tutto made in Italy per questo progetto oggi all'attesnzione dei capi di stato e di governo chiamati dal presidente panamense Varela. Capofila la Salini Impregilo che quasi tre anni fa ha sostituito la spagnola Sacyr (entrambe al 48% del consorzio) e ha sbloccato i lavori per concludere l'opera.
Il contenzioso con l'Autorità del canale panamense per circa due miliardi di dollari su tre miliardi e mezzo di preventivo proseguirà per anni di fronte alla camera arbitrale di Miami, ma intanto il nuovo canale è stato concluso, consegnato e, ora, testato con successo.
"Di italiano c'è molto in questa opera, che dovrà durare almeno altri 100 anni così come da contratto - spiega Michele Chiesa, il project manager del cantiere delle chiuse sull'Atlantico - con le paratoie da migliaia di tonnellate che sono state completamente prodotte in Italia, dalla Cimolai e poi trasportate già montate via mare, e il software di controllo che è tutto 'made in Italy', realizzato dalla Selex".
E' dunque ancora il tricolore a sventolare sulle paratoie. Salini Impregilo ha sub-appaltato alla pordenonese Cimolai la realizzazione di 16 grandi “cancelli” scorrevoli, fabbricati in lamine di alluminio, alti 10 metri, larghi 28 metri, lunghi 58 metri, pesanti oltre 4 mila tonnellate. Testati per resistere 100 anni e per reggere scosse sismiche fino a 7,4 gradi Richter. Impiegano 3-4 minuti per aprire/chiudere le chiuse.
Il valore della commessa gira attorno ai 350 milioni di dollari, cui vanno aggiunti 50 milioni di costi logistici, relativi alle complesse operazioni di trasporto via-mare dall’Adriatico al Canale, gestiti dalla Geodis Wilson Italia.
Per mettere a punto le 16 paratoie Cimolai ha mobilitato i suoi stabilimenti di Roveredo, Polcenigo, San Giorgio di Nogaro. Le gigantesche sono state trasportate con apposite chiatte fino alla rada portuale di Trieste, poi caricate su un’unità semi-sommergibile, la “Stx Rose Two”: sono occorsi quattro viaggi per accompagnare, a colpi di quattro paratoie alla volta, l’ingombrante carico alla destinazione panamense.
Il primo trasporto, durato un mese, risale all’estate 2013: quelli successivi dovettero attendere che si sbloccasse il contenzioso sugli extra-costi.
Sono infine della emiliana Brevini i riduttori che da oggi muoveranno le gigantesche paratie mobili del nuovo Canale di Panama (le più grosse porte esistenti al mondo).
Brevini ha fornito alla friulana Cimolai i riduttori per muovere i portoni scorrevoli che si devono aprire in meno di 5 minuti, per centinaia di volte ogni settimana.
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