Pannelli fotovoltaici, parte il business del riciclo

La prima generazione di pannelli fotovoltaici in Italia comincia ad essere sostituita. Il mercato attuale dello smaltimento e riciclaggio vale 75.000 tonnellate, ma la stima in volume per l’anno prossimo è già oltre le 100.000 all’anno. Le ragioni dell’intervento sono diverse: dall’invecchiamento di impianti ormai giunti a fine vita, ai vantaggi economici per le maggiori rese produttive di quelli di nuova generazione ed anche gli incentivi e le detrazioni fiscali tutt’ora in corso.
Leader di mercato del settore - con il 20% di quota - è la Rmi Rottami Metalli Italia, società da 50 milioni di fatturato con sede a Castelnuovo del Garda in provincia di Verona, che fa parte del gruppo Rmb di Polpenazze del Garda.
L’azienda è specializzata anche nel recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), di cui sono parte anche i pannelli fotovoltaici. A partire da gennaio 2024 ha trattato nei suoi impianti volumi sempre crescenti. Ultimo dato quello di luglio, con oltre 2.500 tonnellate di pannelli fotovoltaici, tanto che stima di raggiungere, a fine 2024, un totale di circa 15.000 tonnellate.
Rmi lavora con le ditte installatrici, che conferiscono all’azienda i vecchi pannelli, e con i parchi fotovoltaici, che hanno precise condizioni dal Gse per smaltire correttamente e recuperare i vari componenti.
Riciclare i pannelli fotovoltaici è infatti la soluzione ottimale per recuperare le materie che li compongono, soddisfare la domanda crescente di questi elementi e attuare una vera economia circolare.
«La durata media di un pannello fotovoltaico e di circa 15-20 anni» spiega l’amministratore delegato di Rmi, Camillo Pilati «e si può capire che è a fine vita quando la sua produzione cala notevolmente. È certo che il mercato dei nuovi pannelli fotovoltaici è destinato a crescere in maniera esponenziale. L’aumento dei costi energetici, e del gas in particolare, spingono infatti verso l’autoproduzione e l’autoconsumo. Inoltre il miglioramento della tecnologia di riciclaggio e le normative possono aprire la strada a un mercato in cui un numero maggiore di pannelli a fine vita viene inviato al riciclo, innescando un ciclo virtuoso che può aiutare gli operatori a risparmiare sui costi, risolvere i problemi della catena di approvvigionamento e aumentare le possibilità che i Paesi europei raggiungano gli obiettivi di sostenibilità».
I componenti principali dei pannelli fotovoltaici sono essenzialmente vetro, plastiche, silicio e e parti metalliche. Oggi il processo di smaltimento prevede il riciclo di questi materiali, generando così un processo di recupero e riutilizzo delle materie prime. «Abbiamo già investito 7 milioni» aggiunge Pilati «per migliorare i processi e il recupero. Il centro ricerche del gruppo Rmb, di cui siamo parte, ha in corso ulteriori prove per aumentare ancora le percentuali di recupero. Da un singolo pannello in media possono essere ricavati circa 15 chili di vetro, 3 chili di plastica, 2 chili di alluminio e uno di polvere di silicio».
Rystad Energy, società di consulenza norvegese che si occupa di energia e business intelligence, stima che già nel 2030 il giro d'affari attorno ai materiali riciclati dai pannelli fotovoltaici sarà di oltre 2,7 miliardi di dollari e nel 2050 dovrebbe arrivare a 80 miliardi. Secondo Rystad Energy, oggi il mercato del riciclo dei pannelli è solo agli inizi: il segmento vale attualmente circa 170 milioni di dollari e riesce a catalizzare soltanto lo 0,08% degli investimenti globali nel fotovoltaico.
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