Pedemontana, la Cgia: l'aumento dell'Irpef è il male minore
La Giunta regionale del Veneto ha trovato la soluzione per recuperare i finanziamenti necessari per ultimare l’opera attraverso la reintroduzione dell’addizionale regionale Irpef che era stata azzerata nel 2010. L'imposta entrerà a regime nel 2018. La Cgia: "Più elevati i costi dalla mancata costruzione dell'opera"
La Giunta regionale del Venetoha trovato la soluzione per recuperare i finanziamenti necessari per ultimare l’opera attraverso la reintroduzione dell’addizionale regionale Irpef che era stata azzerata nel 2010. L'imposta entrerà a regime nel 2018 e sebbene la CGIA sia da sempre contraria a qualsiasi forma di aumento delle tasse, posizione confermata anche nella vicenda scoppiata in queste ore sulla Pedemontana, il gettito derivante dall’incremento dell’Irpef regionale deciso dalla Giunta regionale veneta per terminare l’opera potrebbe essere il male minore. Così dice l'ufficio studi di Mestre
“Se teniamo conto che un terzo dell’infrastruttura è stato quasi terminato e le risorse pubbliche già impiegate superano i 500 milioni di euro – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - la mancata realizzazione di questa opera costerebbe molto di più dei 300 milioni aggiuntivi che saranno chiesti ai veneti con l’aumento della tassazione regionale. Un quadro, quest’ultimo, che ovviamente non tiene conto degli effetti economici di eventuali penali e contenziosi che la Regione Veneto sarebbe chiamata a rispondere nei confronti di terzi nel caso l’infrastruttura non fosse completata”.
Va altresì segnalato che i 600.000 veneti che dall’anno prossimo subiranno l’aggravio Irpef (persone fisiche con reddito annuale lordo superiore a 28.000 euro) costituiscono il 12 per cento circa del totale dei contribuenti veneti. E vista la soglia di reddito oltre la quale scatterà l’incremento fiscale, va ricordato che la buona parte dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e dei lavoratori autonomi veneti non sarà interessato da questo rincaro.
Senza contare che, secondo una stima realizzata dall’Ufficio studi della CGIA, la non realizzazione dell’opera ci priverebbe di un impatto economico che nel decennio 2020-2030 sarebbe di oltre 2 miliardi di euro che dovrebbero dar luogo a poco più di 27.000 unità di lavoro.
“Se la consideriamo come una tassa di scopo – prosegue il Segretario della CGIA Renato Mason - dove l’applicazione di questo aumento è a termine e il gettito dovrà essere utilizzato solo ed esclusivamente per completare l’infrastruttura, auspico che da parte della Regione Veneto ci sia un impegno politico a restituire questi soldi ai contribuenti veneti, una volta che l’opera sarà ultimata e funzionerà a pieno regime”.
Inoltre, dalla CGIA ricordano che già in questa fase di cantiere il valore aggiunto prodotto dall’opera è di dimensioni molto importanti:
“A fronte di un costo complessivo di 2,25 miliardi di euro – conclude il Segretario Renato Mason – il Pil aggiuntivo derivante dalla realizzazione della Pedemontana dovrebbe attestarsi sui 2,3 miliardi di euro. Un volano economico in grado di creare almeno 32.000 unità di lavoro nei territori interessati dall’attraversamento di questa autostrada”.
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