Pedemontana Veneta, Salini Impregilo fiduciosa sul Tar

L'impresa che ha impugnato l'affidamento della gara al consorzio Sis, riepiloga i nodi della vicenda.

MILANO - Attesa per il pronunciamento del TAR sulla vicenda della Pedemontana Veneta.

Il gruppo Salini Impregilo aveva impugnato le delibere della Giunta Regionale del Veneto che, nel corso del 2017, aveva rinnovato l’accordo con il consorzio SIS a cui era stata aggiudicata la realizzazione e la gestone della superstrada Pedemontana Veneta.

Per Salini Impregilo il rinnovo del contratto è di fatto una sua, non valida, riscrittura.

L’accordo presenta infatti contenuti della concessione sostanzialmente cambiati rispetto a quelli iniziali, modifiche non consentite in una gara pubblica e che rendono l’accordo del 2017 un nuovo affidamento diretto.

La superstrada veneta è un’arteria lunga 94 km, dal costo complessivo di 2,258 miliardi di euro, che collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano.

Il progetto della Pedemontana Veneta ha l'obiettivo di riordinare e riorganizzazione l'intero sistema viario del territorio di riferimento per migliorare i livelli complessivi di qualità e di sicurezza in funzione delle esigenze della mobilità e dello sviluppo a livello locale, consentendo modifiche sostanziali all'assetto della mobilità stessa sull’intero Nord-Est.

La concessione della superstrada Pedemontana Veneta del 2009 è stata aggiudicata al Consorzio SIS (coinvolto anche in una controversia per la Pontina) a seguito di una gara ad evidenza pubblica a cui aveva concorso anche Salini Impregilo.

A seguito dell’aggiudicazione è nato un contenzioso che ha concorso a definire in modo inequivoco i contenuti della concessione in termini economici e temporali. Contenuti che le delibere del 2017 hanno modificato, configurando un nuovo rapporto di concessione rispetto a quello aggiudicato all’esito della gara pubblica.

Queste modifiche, radicalmente illegittime ai sensi della giurisprudenza comunitaria, avrebbero dovuto spingere l’Amministrazione ad indire una nuova gara.

Prima di tutto, secondo quanto stabilito dalle delibere del 2017, la Regione Veneto concederà a fondo perduto a SIS 300 milioni di euro come contributo di costruzione, cambiando le condizioni iniziali di appalto.

Gli atti della Giunta Regionale hanno, tra l’altro, modificato anche il “regime di rischio” in capo a SIS, dato che il rischio dei flussi di traffico sarà assunto direttamente dalla Regione mentre ai privati verrà dato un canone annuo di circa 154 milioni di euro, prima non previsto, per garantire la manutenzione e l’efficienza della superstrada.

L’Illegittimità dell’operato della Regione Veneto nella vicenda è stata evidenziata anche dalla Corte dei Conti nel maggio 2017.

Salini Impregilo ha fatto valere i vizi della concessione modificata in qualità sia di concorrente alla gara espletata sia di operatore del mercato che si è visto illegittimamente sottratta la possibilità di concorrere alla nuova gara.

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