Piccole latterie del Bellunese, pronto il bando del valore di 1,5 milioni di euro

I soldi vengono messi dal Fondo dei Comuni di Confine e dalla Provincia: sarà un contributo a fondo perduto per l’80 per cento della cifra

BELLUNO. Oltre un milione e mezzo di euro a favore delle piccole latterie del Bellunese. E questo attraverso il Fondo Comuni di confine e con un cofinanziamento della Provincia di Belluno, la cui sinergia consentirà a questi veri e propri presidi del territorio di continuare ad investire nell’ammodernamento complessivo delle proprie strutture.

In questo modo sarà possibile rendere sempre più efficiente la produzione lattiero - casearia delle vallate bellunesi. D’altronde, secondo il presidente Roberto Padrin, «le latterie, soprattutto in montagna, diventano occasione di sviluppare una microeconomia diffusa sul territorio. Di conseguenza sono uno dei pilastri su cui costruire la lotta allo spopolamento».

La cifra esatta corrisponde ad un milione e 550 mila euro; più nel dettaglio, un milione e 300 deriveranno dal Fondo, mentre palazzo Piloni contribuirà con 250 mila euro del proprio bilancio.

Il bando. I vincitori del bando beneficeranno di contributi a fondo perduto all’80%, da un limite minimo di 20 mila euro (corrispondenti a una spesa rendicontata ammissibile di 16 mila euro) a un limite massimo di 184 mila euro (corrispondente a una spesa pari o superiore a 230mila euro).

La platea di beneficiari riguarda l’intero territorio provinciale, dunque non solo i comuni confinanti come potrebbe sembrare a primo impatto, valutando l’apporto economico del Fondo.

Il bando, come detto, si riferisce in particolare all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature per la lavorazione, trasformazione, immagazzinamento e commercializzazione dei prodotti lattiero - caseari e del siero.
Non solo: viene data l’opportunità di provvedere all’acquisto mezzi di trasporto specialistici in grado di mantenere la catena del freddo durante il trasporto della materia prima, fino all’implementazione dei software dedicati ai processi produttivi.

Obiettivi. Secondo Simone Deola, consigliere provinciale, delegato all’ambiente, «l’aiuto che vogliamo fornire alla quindicina di piccole latterie del bellunese è dovuto al loro ruolo nel territorio e della nostra agricoltura. Sono inoltre lo scrigno di trasformazione del latte in prodotti di assoluto pregio agroalimentare, che possono diventare a tutti gli effetti un brand turistico. Nelle possibilità progettuali previste ci sono schede specifiche anche per la commercializzazione dei prodotti. E un altro aspetto è la formazione, in collaborazione con Istituto Agrario di Vellai, per la creazione di percorsi ad hoc per casari e addetti alle vendite. Vogliamo aumentare la fetta di rilevanza economica che le latterie hanno sul territorio. Tra l’altro, nella storia, le latterie turnarie han segnato fin da subito la collaborazione tra gli agricoltori».

Stando a quanto dichiarato dall’onorevole Roger De Menech, presidente del Comitato paritetico Fcc, «nel Bellunese si stanno davvero sviluppando politiche di area vasta, grazie alla Provincia che aggiunge risorse dal suo bilancio in modo da allargare le possibilità del bando a tutto il territorio. Oggi l’agricoltura di montagna è un pezzo del mantenimento delle popolazioni nelle “terre alte”».

Un pensiero sul quale si allinea anche Paolo Perenzin, sindaco di Feltre e consigliere provinciale delegato al Fondo dei Comuni di Confine. —

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