Pil: Nomisma, economia ancora alla ricerca dei decimali perduti

Il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato appena dello 0,6%

BOLOGNA. Nel 2015, rileva Nomisma, il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,6% , ben distante cioè dai livelli necessari per riportare velocemente il paese sui livelli di produzione, ricchezza e benessere di prima della Grande Recessione.

In ogni caso quello che suscita più preoccupazione è la decelerazione della crescita che nel quarto trimestre del 2015 è stata di un modesto 0,1% rispetto al trimestre precedente (una volta corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato).

In termini tendenziali, si conferma il momento positivo dell’agricoltura (che certo pesa poco nel Pil, ma il cui valore aggiunto è aumentato dell’8,4%), mentre negli altri comparti è stata dell’1% nell’industria e dello 0,5% per i servizi.

I dati, sottolinea ancora Nomisma, non vanno tuttavia confusi con quelli diffusi il primo marzo che, sulla base della metodologia applicata ai fini di Maastricht, accreditano il paese di una crescita dello 0,8% lo scorso anno.

La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,2%, la metà dell’effetto di carry-over che la Germania ha già messo in saccoccia.

«Per il momento il contributo della domanda estera netta rimane positivo, anche se di poco (0,1%), ma negli ultimi mesi si moltiplicano i segnali di un rallentamento globale- spiega anora Goldstein - Anche i focolari d’incertezza geopolitica suscitano crescenti preoccupazione, dal Medio Oriente al Brexit, passando per il fronte meridionale dell’Eurozona. Bando all’ottimismo di circostanza in chiave pre-elettorale, per l’Italia - conclude il Managing Director di Nomisma - è il momento di intensificare il ritmo delle riforme strutturali, efficientare la spesa pubblica e riavviare gli investimenti pubblici e privati».

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