Pioneer passa da Unicredit ad Amundi

Con questa operazione prosegue l'avanzata del Crédit Agricole in Italia. Il colosso francese controlla infatti le banche Cariparma, FriulAdria e Carispezia

MILANO - Fiducia nell’Italia, sostegno alla nostra economia, raddoppio dei dipendenti della sede milanese: questo il messaggio con cui Amundi, la società di gestione del risparmio del Credit Agricole, ha presentato l’operazione di acquisizione di Pioneer da Unicredit.

«Per il Credit Agricole l’Italia diventerà il secondo mercato dopo la Francia, con 160 miliardi di massa gestita e finanziamenti per 60 miliardi all’economia italiana - ha detto Xavier Musca, presidente di Amundi e vice a.d. Agricole durante la conferenza stampa - questo testimonia il nostro impegno, è un voto di fiducia all’Italia, sappiamo dei problemi politici ma sul lungo termine siamo fiduciosi sulla capacità del paese di svilupparsi, è uno dei più ricchi e inventivi dell’Europa».

Un segnale tangibile dell’impegno di Amundi sarà il raddoppio del personale nella sede milanese di Pioneer, destinata a diventare uno dei sette ’investment hub’ del gruppo:

«I dipendenti - ha annunciato l’a.d. Amundi, Yves Perrier - passeranno da 300 a 600», mentre al contrario il gruppo opererà un taglio di 450 unità nel resto del mondo, sugli oltre 5000 effettivi.

Amundi ha acquistato Pioneer per 3,545 miliardi di euro; Unicredit riceverà da Pioneer prima della chiusura dell’operazione un dividendo straordinario di 315 milioni.

La plusvalenza netta sarà di 2,2 miliardi di euro.

Il closing dell’operazione è previsto per il primo semestre 2017, mentre per il 2018 sarà finalizzata l’integrazione tra Amundi e Pioneer «che tratteremo come se fosse una fusione» ha spiegato Perrier.

«Ci diamo un orizzonte temporale di 18 mesi, già da lunedì saremo al lavoro. Le sinergie previste sono di 180 milioni di euro tra 3 anni, di cui 150 sui costi e 30 sui ricavi. Il prezzo di acquisizione corrisponde a un multiplo prezzo/utili di 16,6, che scende a 10,5 con le sinergie; non so che offerta abbia fatto la cordata guidata dalle Poste, ma il prezzo a cui abbiamo concluso noi la transazione era attraente».

Amundi finanzierà l’operazione con liquidità per 1,5 miliardi, debito per 600 milioni e un aumento di capitale per 1,4 miliardi.

Credit Agricole manterrà una quota minima pro forma del 66,7%.

«È un progetto industriale molto forte - spiega Musca - in linea con gli interessi dell’economia italiana».

«Una buona transazione dal punto di vista industriale e finanziario - aggiunge Perrier - Amundi aveva già 50 miliardi di titoli italiani, tra pubblici, di banche e di aziende, significa che abbiamo fiducia nell’Italia, e ora questo valore aumenterà. Continueremo a essere un grande investitore nel debito italiano, saremo di supporto all’economia italiana».

La nuova entità potrà contare su ricavi per 2,5 mld di euro, un Mol di 1,13 miliardi e utile netto pro forma di 755 milioni di euro, secondo i dati 2015.

Amundi potrà contare su un aumento del 30% dell’utile per azione e un Roi del 10% entro 3 anni, con un Cet 1 ratio del 10%.

L’operazione prevede che Unicredit e Amundi formino una partnership strategica per la distribuzione dei prodotti di risparmio gestito in Italia, Germania e Austria, con un accordo di durata decennale.

Amundi manterrà le attività di Pioneer negli Usa.

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