Più autonomia e strumenti per l'imprenditoria di montagna

Le richieste degli industriali di Belluno al presidente della Repubblica Mattarella in una lettera aperta che la leader Lorraine Berton ha inviato al Quirinale

BELLUNO - "Illustrissimo signor Presidente della Repubblica, a nome degli industriali della Provincia di Belluno Le do il mio benvenuto nella nostra terra, una terra viva, caparbia, che non si arrende e che vuole continuare a vivere del suo lavoro. Una terra orgogliosa ma purtroppo spesso trascurata dalle Istituzioni locali e nazionali al pari di altre aree che fanno parte di quella che possiamo definire come “Italia del margine”. Non chiediamo assistenza, ma strumenti efficaci e adeguati alla nostra condizione di imprenditori di montagna che vogliono continuare a rimanere sul loro territorio, svilupparsi e creare benessere per la loro comunità".

Così Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, in una lettera aperta a Sergio Mattarella, atteso a Belluno martedì 12 marzo, nella quale Berton auspica che il Presidente possa "toccare con mano il bisogno di maggiore autonomia del territorio".

"Il Bellunese - prosegue la leader degli industriali - è tra le 15 realtà più industrializzate d’Italia: il suo manifatturiero continua a vincere sui mercati esteri, ma le difficoltà legate alla burocrazia, alle condizioni geomorfologiche del territorio, alla mancanza di infrastrutture siano esse fisiche o digitali e al conseguente spopolamento, fiaccano un sistema virtuoso fatto di grandi e piccole aziende, spesso innovatrici e vocate all’internazionalizzazione".

"Gli strumenti che servono alla nostra montagna sono diversi da quelli che possono arrivare da due realtà diverse per costituzione rispetto alla nostra - ancora Berton -. Chiediamo dignità per noi, le nostre imprese e le nostre famiglie, dignità che il Bellunese ha sempre dimostrato, sia nella ricostruzione nel dopo Vajont che nei fatti più recenti della tempesta Vaia, quando, dopo il disastro, ci siamo subito rialzati senza piagnistei e con gli occhi puntati al futuro".

"Anche in questa nuova ricostruzione, chiediamo strumenti efficaci, capaci di trattenere il lavoro sul territorio, evitando la logica nefasta e anti-sociale del massimo ribasso a tutti i costi".

"Caro Presidente - conclude Berton - , spero che la Sua giornata bellunese sia foriera di buone nuove per un territorio che ha bisogno di risposte. Stiamo perdendo abitanti e rischiamo di finire presto sotto la soglia dei 200 mila, tanti giovani scappano e non ritornano, le famiglie vanno in pianura dove la vita è più comoda. Se non ci sono persone, non c’è lavoro, se non c’è impresa, non c’è comunità".

 

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