Pmi, più ricavi ma pochi investimenti in ricerca
VENEZIA - Le piccole e medie imprese italiane sono "micro" ma flessibili, solide e produttive e costituiscono il 76% del totale imprese (pari a quasi 760 mila).
È quanto emerge dal Market Watch PmiI, l’osservatorio di Banca Ifis Impresa che fotografa la situazione delle imprese italiane.
Nell’edizione di marzo 2018 l’osservatorio ha analizzato in profondità i cambiamenti del tessuto produttivo delle Pmi in Italia: l’analisi ha esaminato i bilanci di oltre 996 mila imprese, 759 mila dei quali relativi alle piccole e medie imprese, che nel triennio 2014-2016 si sono sviluppate ad una media annua del +5,65%, contro una riduzione del fatturato delle imprese Mid e Large Cap (-1,15%).
Nel Nord le pmi sono più grandi e mediamente più patrimonializzate (11 punti percentuali) rispetto al Mezzogiorno. Il Nord-Est ha prodotto il miglior mix tra crescita e rischiosità.
Per quanto riguarda gli strumenti di finanziamento, le imprese scelgono sempre meno i prestiti bancari (-53 miliardi di euro nel 2017) mentre aumentano le forme alternative di finanziamento, dal leasing al factoring fino alle emissioni di prestiti obbligazionari.
Un nodo resta quello della ricerca e sviluppo, che nel 2016 ha assorbito solo lo 0,17% del fatturato.
Nonostante questo tuttavia l’Italia è un Paese che dimostra interesse nell’innovazione con quasi 8.400 Start-up Innovative a dicembre 2017, che rappresentano l’1,1% delle Pmi complessive.
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