Pmp Industries, dal fotovoltaico arriverà un quarto del fabbisogno
«L’autosufficienza energetica? Magari. L’obiettivo che ci siamo posti, a regime, è quello di coprire il 25% del nostro fabbisogno».
Il presidente di Pmp Industries Luigino Pozzo, dal quartier generale di Coseano (Udine), sintetizza così gli obiettivi sul fotovoltaico del gruppo, attivo nella produzione di sistemi di trasmissione industriali. Il piano era stato deciso nel 2019, ma è partito soltanto nel 2020.
Per raggiungere il suo primo step lo scorso anno, con l’installazione dei primi 1.000 kilowatt, che coprono attualmente il 10% dei consumi.
A posteriori, aver avviato quel piano, quanto la tempesta energetica era ancora lungi dall’esplodere, si è rivelata una scelta provvidenziale: «Quando il programma è partito – spiega Pozzo – il costo medio dell’energia era di 10 centesimi a kw, a fine 2021 abbiamo raggiunto un picco di 35: adesso stiamo risalendo a quella quotazione, con proiezioni che parlano di 50 centesimi». Il conto è facile: se nel 2020 l’energia pesava per il 3% sui costi di Pmp, oggi sfiora il 10%. E minaccia di salire al 15%.
L’autoconsumo consente di ridurre leggermente l’impatto degli aumenti: da qui la scelta di continuare a spingere sul pedale del fotovoltaico.
«La potenza installata – rivela Pozzo – sarà il massimo consentito dalle norme, 500 kw per ciascun punto di consegna (Pod). Ora i Pod sono tre, ma diventeranno cinque quando avremo completato l’espansione dello stabilimento di Coseano, che passerà dagli attuali 35mila a 80mila metri quadrati coperti, con nuovi capannoni già predisposti per l’installazione dei pannelli».
Il gruppo, infatti, punta a raddoppiare la produzione in Italia (dagli attuali 75 a 150 milioni) e il suo fatturato mondiale (da 150 a 300 milioni), e ha di recente completato, a supporto di questa strategia, l’emissione del suo primo bond da 25 milioni (a sette anni).
Ridurre la bolletta, del resto, è una delle massime priorità. «In Italia – dice il presidente di Pmp – è un’esigenza ancora più pressante». Per fortuna il mercato continua a tirare. «Sì, ma è un effetto volano che prima o poi si fermerà. Temo che dal quarto trimestre vedremo i primi segnali di recessione».
Riproduzione riservata © il Nord Est