VICENZA - Tra il gennaio 2014 e il febbraio 2015 Popolare di Vicenza ha posto in essere una «vera e propria campagna promozionale» finalizzata alla vendita di azioni proprie.
Tutto questo però sarebbe avvenuto senza fornire le necessarie informazioni attraverso un prospetto che doveva essere trasmesso a Consob.
Per questo la Commissione di Controllo ha aperto un procedimento sanzionatorio nei confronti dell’ex dirigenza Bpvi che si è concluso con una stangata da 3 milioni di euro.
La somma dovrà essere sborsata dall’istituto vicentino che eserciterà successivamente il diritto di regresso nei confronti delle 28 persone chiamate in causa, dal direttore generale al presidente passando per i consiglieri del Cda e del Collegio sindacale.
La delibera è stata pubblicata ieri sul bollettino Consob e segna la conclusione del quinto procedimento, il più pesante ad oggi (i precedenti sono del 3 e del 10 maggio) su un totale di sanzioni pari a 9,14 milioni.
E altre delibere sono attese per le prossime settimane.
Stavolta la Commissione ha focalizzato l’attenzione sulle 6.351 operazioni fatte nell’arco di oltre un anno (1 gennaio 2014 - 28 febbraio 2015) rilevando come la banca abbia venduto sistematicamente ai clienti, in contropartita diretta, «rilevanti quantitativi di azioni proprie detenute nel Fondo Acquisto Azioni Proprie».
L’attività, sostiene Consob «è stata svolta in modo continuativo e sistematico attraverso quella che è risultata essere una vera e propria campagna promozionale e sollecitatoria volta a incentivare i clienti ad acquistare detti titoli azionari sul mercato secondario».
La pluralità di persone non era individuabile ex ante e ha coinvolto sia soci, sia nuovi clienti. Il tutto senza la preventiva pubblicazione del prospetto informativo che è previsto dall’articolo 94 del decreto legislativo 58/1998.
La Commissione afferma inoltre come non sia stato possibile determinare il controlvalore dell’offerta dal momento che essa era diretta a “svuotare” almeno in parte il portafoglio di azioni proprie della banca nel quale confluivano anche azioni Bpvi di tempo in tempo riacquistate dai clienti.
La sanzione più alta è quella che è toccata all’ex dg Samuele Sorato pari a 160 mila euro (in tutto, al termine dei diversi procedimenti, dovrà versare 690 mila euro), mentre l’ex presidente Gianni Zonin si “ferma” a 100 mila euro (370 mila in totale).
Accanto alle sanzioni pecuniarie ci sono quelle accessorie della perdita dei requisiti di onorabilità e anche in questo caso la “pena” più severa è quella comminata a Sorato: otto mesi.