Popolari, sui titoli azzerati la beffa dei 10 euro al mese

Associazioni contro la spesa per la custodia, mobilitazione per eliminare il balzello. Ufficiale: il 31 ottobre audizione alla Commissione d’inchiesta presieduta da Casini

«Le azioni ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza valgono ormai nulla, ma i possessori sono costretti al deposito titoli presso un istituto bancario e questo può costare anche 10 euro al mese». L’allarme è stato lanciato ieri dalle associazioni Ezzelino III da Onara, Adusbef, Codacons e Azione Vitale. «I piccoli risparmiatori si trovano costretti, dopo la beffa di aver perso tutti i loro risparmi – spiegano i rappresentanti – a dover pagare mensilmente del denaro per detenere i titoli presso una banca».


Nelle ultime settimane però le quattro associazioni si sono organizzate e hanno deciso di lanciare l'acquisto a valore zero delle quote degli azionisti. «In questo modo non saranno più costretti a pagare alle banche il deposito - proseguono gli ideatori dell’iniziativa – e unendo le quote azionarie potremmo fare un’azione più efficace nei confronti dei liquidatori». Per far fronte al problema le associazioni hanno già ideato una piattaforma web per raccogliere le pre-adesioni da tutta Italia: l’obiettivo è acquistare decine di milioni di quote di ex soci. Questa sera (ore 20,30) all’Auditorium Bachelet a Montebelluna si terrà un’assemblea pubblica nella quale verrà illustrata l’iniziativa «Il risparmio tradito va risarcito!».

L'incontro è stato presentato ieri a Padova, presenti il professor Rodolfo Bettiol e l’avvocato Alessandra Chiantoni, che seguono le associazioni con il tributarista Loris Mazzon. Con loro Fulvio Cavallari (Adusbef Veneto) e Ignazio Conte (Codacons Veneto). Intanto ieri pomeriggio è arrivata la conferma, con una telefonata direttamente dal senatore Pier Ferdinando Casini, dell’incontro di alcuni rappresentanti delle associazioni a Roma, in audizione alla Commissione d’inchiesta, il 31 ottobre, nella Giornata mondiale del risparmio. E con loro porteranno a Roma migliaia di pagine, raccolte negli ultimi 8 mesi di lavoro e provenienti anche dalle inchieste della magistratura.

«Chiediamo ai parlamentari di fare presto – ha commentato Patrizio Miatello (Ezzelino III da Onara) – incombe la chiusura della legislatura, è necessario agire entro fine anno. Devono certificare che la vicenda delle ex banche venete è stata ed è una truffa colossale di massa». In quella sede verrà ribadita la necessità che il Parlamento crei un Fondo vittime del risparmio tradito. «Purtroppo dopo la cessione delle due banche a Intesa Sanpaolo non esiste un patrimonio aggredibile e gli npl dati alle società in liquidazione non possono coprire in nessun modo il danno degli azionisti – ha spiegato il professore Bettiol -. L’iniziativa del fondo non è in contrasto con le norme europee: è un contributo di solidarietà alle vittime di un reato, non si tratta di un risarcimento».

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