Porto di Trieste, Governo e Regione: due memorie al Tar a sostegno di D’Agostino

Il ministro dei Trasporti De Micheli e il governatore Fedriga in campo contro la decisione Anac. Prima udienza a Roma sui ricorsi del presidente decaduto e dell’Autorità portuale il 24 giugno  
Lasorte Trieste 13/06/20 - Piazza Unita', Manifestazione per Zeno D'Agostino
Lasorte Trieste 13/06/20 - Piazza Unita', Manifestazione per Zeno D'Agostino

TRIESTE Ministero dei Trasporti e Regione scendono in campo per spalleggiare l’Autorità portuale di Trieste e Zeno D’Agostino davanti al Tar del Lazio. La ministra Paola De Micheli e il governatore Massimiliano Fedriga fanno seguito ai ricorsi depositati dall’ente gestore dello scalo e dal manager, per contrastare la decisione con cui l’Anac ha stabilito la decadenza di D’Agostino a causa dell’inconferibilità del ruolo di presidente dell’Authority per la posizione di vertice contemporaneamente detenuta nella società Trieste terminal passeggeri. Ministero e Regione evitano però lo strumento del ricorso e si limiteranno a presentare due memorie con cui sosterranno la posizione dell’Authority e di D’Agostino, autori di due ricorsi differenti confluiti nello stesso filone.

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Governo e giunta regionale sono stati a lungo indecisi sul da farsi, ma sono stati gli stessi legali scelti dall’Autorità a sconsigliare ulteriori ricorsi, che avrebbero rischiato di allungare i tempi del procedimento, la cui prima udienza è fissata a Roma nella mattina del 24 giugno. In questa data i giudici amministrativi dovrebbero esprimersi immediatamente sulla sospensiva, che riporterebbe D’Agostino alla presidenza in attesa del pronunciamento nel merito. La speranza dello studio legale Alpa di Roma e del professor Munari di Genova è tuttavia che le contro argomentazioni della difesa siano così forti da convincere il Tar a dichiararsi subito anche nel merito della decisione dell’Anticorruzione, dando ovviamente ragione al proprio cliente.

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Gli avvocati faranno leva sul fatto che è stato il ministero a conferire l’incarico di commissario e di presidente a D’Agostino. La tagliola della legge Severino scatta qualora ci si trovi davanti a soggetti che, al momento della nomina, svolgano o ricoprano cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dall’ente pubblico che li designa a nuovo incarico.

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Foto Bruni Trieste 28.10.16 Comitato Autorità Portuale-D'Agostino

La tesi degli avvocati è che il Mit non esercita attività di regolazione o di finanziamento nei confronti di Ttp. Ruoli esercitati invece dall’Autorità portuale, che tuttavia è estranea al procedimento di nomina del suo presidente. Verrebbe meno così il riferimento alla legge Severino invocata dall’Anac. Ai ricorsi degli interessati si aggiungono ora le memorie di Mit, Regione e anche di Assoporti, che ha scelto per prima un intervento “ad adiuvandum” per sostenere la posizione di D’Agostino. Sarà il Tar a pronunciarsi ovviamente. Se lo farà subito, in caso di esito positivo il presidente decaduto si potrà definitivamente reinsediare o dovrà ricorrere in secondo grado al Consiglio di Stato, qualora la sentenza sia avversa.

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Foto Bruni Trieste 28.10.16 Comitato Autorità Portuale-D'Agostino


Sullo sfondo c’è intanto il lavoro politico condotto dal ministro Stefano Patuanelli e dalla deputata Debora Serracchiani per la presentazione di un emendamento ai prossimi decreti del governo, contenente una norma di interpretazione autentica della Severino, per chiarire che l’inconferibilità non scatta se una delle due presidenze è svolta senza che ciò comporti ruoli decisionali e un’indennità di carica, come nel caso di D’Agostino in Ttp. Se l’emendamento passasse prima del pronunciamento del Tar nel merito, ai magistrati non resterebbe che archiviare il procedimento essendo venuta meno la materia del contendere. —

D.D.A.

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