Porto Tolle, rigassificatore verso il potenziamento. «Iter snello per salire a 11 miliardi di metri cubi»
Dopo l’approvazione del Dl Aiuti, ora si attende la nomina del commissario ad hoc con un apposito Dpcm. Prosegue l’iter burocratico per dare il via a un ulteriore sviluppo del rigassificatore al largo della coste del Polesine. La società Adriatic Lng che gestisce la struttura è pronta infatti ad investire 150 milioni di euro per passare da 9 a 11 miliardi di mc all’anno di gas immesso in Italia. «Abbiamo presentato il progetto per aumentare la rigassificazione dell’impianto - spiega Alfredo Balena, direttore delle Relazioni Esterne e Istituzionali di Adriatic Lng -. La richiesta è di ottenere i permessi e presentare le istanze autorizzative entro le prossime settimane ed avere così, entro marzo 2023, il via libera. In caso affermativo provvederemo subito all’acquisto dei materiali che ci servono per l’intervento. Se non emettiamo però gli ordini del materiale ad inizio dell’anno prossimo non saremo in grado di averli in tempo per il 2025».
L’obiettivo è di fare i lavori in quell’anno, quando è già in programma un fermo di manutenzione dell’impianto. Per aumentare la capacità dell'impianto serve l’installazione di un ulteriore vaporizzatore a bordo della piattaforma e lavori alla stazione di misura di Cavarzere. Il nostro paese è infatti alla ricerca di un approvvigionamento di gas alternativo a quello russo. A marzo scorso, come richiesto dal governo, l’impianto polesano ha aumentato la rigassificazione, portando da 8 a 9 miliardi di mc la lavorazione annua.
Adriatic Lng è la società che gestisce il principale rigassificatore di gas naturale liquefatto in Italia, situato nell’alto Mare Adriatico, a circa 15 chilometri dalla costa veneta. La società italiana, costituita nel 2005, è partecipata da ExxonMobil Italiana Gas (70,7%), società del gruppo ExxonMobil, Qatar Terminal Company Limited (22%), affiliata di Qatar Petroleum, e da Snam Spa (7,3%).
La struttura è la prima in Italia per percentuale di utilizzo, e tra le prime in Europa. «Questa iniziativa era pronta da tempo, poi messa in stand by perché non c’erano le condizioni di mercato adeguate all’investimento - aggiunge Balena -. Ora con la necessità di ridurre la dipendenza dal gas russo, 2 miliardi di mc l’anno sono importanti per il nostro Paese: diversifichiamo così le fonti e garantiamo l’approvvigionamento. Auspichiamo che nei lavori parlamentari di conversione del Decreto Legge Aiuti anche gli impianti esistenti possano essere inseriti nel procedimento autorizzativo semplificato».
Per autorizzare le modifiche ad un impianto di rigassificazione solitamente ci vogliono anni. Il Decreto Aiuti consentirà di accorciare i tempi, con una norma che consente un iter agevolato non solo ad interventi per le navi rigassificatrici, ma anche per le strutture che posano sul fondale marino e che siano già attaccate alla rete nazionale, come è il caso di Adriatic Lng.
Operativo dal novembre del 2009, il terminale ha visto approdare oltre 900 navi di gnl e 77 miliardi di metri cubi di gas immessi nella rete nazionale gasdotti ad oggi. Ha già importato gas naturale liquefatto da 9 Paesi: prevalentemente dal Qatar, ma anche da Egitto, Trinidad e Tobago, Guinea Equatoriale, Norvegia, Nigeria, Usa e Angola. A partire dal 2020 è il primo e unico a poter accettare le metaniere cosiddette “super large scale vessels”, con capacità sino a 217mila metri cubi liquidi.
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