Referendum sulla Ferriera, il 58,5% dei lavoratori dice sì all'accordo

Con 277 voti favorevoli contro 192 contrari, i lavoratori della Ferriera hanno autorizzato la firma dell’accordo sindacale che segnerà il destino dello stabilimento siderurgico, a cominciare dalla chiusura dell’area a caldo che il Gruppo Arvedi intende far scattare da febbraio.
Una veduta della Ferriera (Silvano)
Una veduta della Ferriera (Silvano)

TRIESTE Con 277 voti favorevoli contro 192 contrari (1 scheda bianca e 3 nulle), i lavoratori della Ferriera hanno autorizzato la firma dell’accordo sindacale presentato dal Gruppo Arvedi il 23 dicembre scorso al Mise, accordo che segnerà il destino dello stabilimento siderurgico, a cominciare dalla chiusura dell’area a caldo che il Gruppo intende far scattare da febbraio.

Il quesito referendario a cui gli operai hanno dovuto rispondere per decidere del futuro della siderurgia triestina era il seguente: «Sei favorevole alla proposta di accordo sindacale del 23 dicembre?». Le urne, “sdoppiate”: tra Siderurgica Triestina e Acciaierie Arvedi, si erano aperte lo scorso giovedì, per chiudersi alle 15 di oggi, lunedì 13 gennaio. A votare sono stati 473 lavoratori su 513 aventi diritto: il 58,5% ha detto sì all'accordo.

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Gli operai della ferriera al voto (Bruni)

Fino all’ultimo, però, sull’esito del referendum è dominata l’incertezza, “specchio” della spaccatura tra i sindacati. A favore dell’accordo erano Failms, Fim-Cisl, Uilm e Usb: secondo il fronte del “sì” l’accordo offre maggiori tutele e garantirà la rioccupazione del personale dell’area a caldo. Contraria invece è stata fin da subito la Fiom-Cgil secondo la quale, in mancanza di un concreto piano industriale, l’intesa finirebbe di fatto per mandare a casa 163 dipendenti.

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«Oggi - ha detto Antonio Rodà della Uilm al termine delle operazioni di spoglio del referendum - è una giornata storica. Si tratta del migliore risultato che si potesse ottenere. Il lavoro, però, non finisce qua, ma prosegue con il confronto in ambito istituzionale». «Ora - ha aggiunto - si passa alla conclusione dell'Accordo di programma, speriamo nel minor tempo possibile». Quando si andrà al Mise? «La parola ora passa al ministro Patuanelli - ha replicato Rodà -. Auspichiamo che la firma dell'Accordo di Programma possa arrivare entro la fine di questo mese».

Dalla Cgil, l'unica sigla contraria all'intesa sindacale, ha aggiunto, «ora ci aspettiamo che siano coerenti con quanto dichiarato ovvero che si attengano alla decisione dei lavoratori. Speriamo così che il fronte sindacale interno si ricompatti». Soddisfazione anche da parte della Cisl. «Anche Regione e Comune devono mantenere le promesse fatte nei confronti degli occupati in maniera tale da assicurare un percorso a tutti i lavoratori», ha commentato Umberto Salvaneschi. «Si tratta di un risultato che non festeggiamo e che ci deve mantenere vigili», ha poi concluso Sasha Colautti (Usb).

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