Rivoluzione In Banca Popolare di Vicenza, Iorio fischiato: "Due morti"

Parcheggio mezzo vuoto, nessuna fila. A parte pochi nostalgici e un'unica bandiera all'ingresso dei Cinque stelle, siamo di fronte a un cambio netto. Presenti "solo" 332 soci, deleghe comprese. Oggi il cambio di Cda

VICENZA. Parcheggio mezzo vuoto, nessuna fila neanche alla registrazione soci. A parte pochi nostalgici e un'unica bandiera all'ingresso dei Cinque stelle, siamo di fronte a una rivoluzione nella prima assemblea del Fondo Atlante per ‪#‎Bpvi‬. Del passato, per ora, restano le guardie a presidio.

D'altronde così doveva essere. Svolta netta, discontinuità radicale, trasparenza, rinnovamento, buon governo e solidità: sono queste, oggi, le parole chiave del rilancio Popolare di Vicenza. Le ha scritte in una lettera Alessandro Penati: l’economista presidente di Quaestio Sgr che gestisce il Fondo Atlante, azionista al 99,3% della Bpvi. Spa che pochi mesi fa ha rischiato la «risoluzione». E quella di oggi, alle 9, in Fiera a Vicenza, è proprio l’assemblea del cambiamento. Sono presenti, deleghe comprese, solo 332 soci. In sala, del vecchio Cda, siedono solo Matteo Marzotto, presidente della Fiera che ospita l'assise, Paolo Angius, Alessandro Pansa (l'unico confermato dalla lista Atlante nel rinnovo del Cda) e Giorgio Colutta.

"Questa banca non è più la mia banca anche e se ci sono dentro, sono rimasto intrappolato come molti di voi. E’ diventato un boccone del  grande sistema finanziario, e non rappresenta più il territorio" dice un vecchio socio azzerato nella partecipazione e anche nel valore del portafoglio.

Fischi a Iorio. Gli risponde l'amministratore delegato Francesco Iorio: "Gli obiettivi della banca sono gli obiettivi dei risparmiatori, che siano warrant o qualcosa altro Atlante ha già annunciato iniziative a favore dei risparmiatori. Avevamo un vincolo temporale ineludibile fissato dalla Bce entro aprile 2016 per ricapitalizzare, pena la risoluzione. La quotazione era funzionale alla liquidità ma non è esclusa una nuova Ipo. Siamo di fronte a una ripresa flebile, ma siamo una banca ora molto capitalizzata. Purtroppo veniamo da una situazione particolarmente difficile e tutto il sistema bancario è sotto pressione. Oggi non è facile affrontare i mercati".

Fischi dalla platea e mugugni verso Iorio: la gente urla: "Due morti, sulla coscienza avete due morti".
Tocca quindi al legale rappresentante del Fondo Atlante, Alessandro De Nicola, leggere per intero la lettera che Alessandro Penati ha scritto.

Il nuovo azionista unico. Atlante - appare già chiaro - farà l’azionista con rigore e la giusta distanza, con l’obiettivo della quotazione. Ma prima c’è molto da fare. La Banca a breve sarà nelle mani del nuovo Cda, snello e meno costoso che sarà guidato da Gianni Mion, l’ex uomo dei Benetton. Al suo fianco, come vice, Salvatore Bragantini, già commissario Consob, il professore di Diritto commerciale dell'università di Firenze, Niccolò Abriani; quello di diritto societario alla Bocconi, Luigi Arturo Bianchi; l'ex Citibank, Unicredit e Intesa Sanpaolo Marco Bolgiani; Carlo Carraro, ex rettore di Cà Foscari e Rosa Cipriotti, oltre 13 anni fra Lehman e Nomura, il cfo di Salini-Impregilo, Massimo Ferrari e Francesco Micheli, ex dg di Banca Intesa, nonché vicepresidente dell'Abi. In cda, infine, rimarrà Alessandro Pansa, entrato nel luglio scorso.

Nuova sarà la società di revisione. Nuove le priorità, a partire dall’azione di responsabilità verso chi si è dimostrato colpevole di mala gestio.

Obiettivo soci. Ma prima di tutto bisogna ricucire il rapporto con gli ex soci. Il fondo aveva anticipato la possibilità di un warrant stile Banco Ambrosiano. Ora Penati, pur spiegando che «tempi e modalità tecniche sono allo studio», si dichiara pronto a dare ai soci il diritto di acquisire azioni a 0,10 euro, il prezzo pagato da Atlante, «qualunque sarà in futuro il valore della Banca». Un diritto che «non costerà nulla» ma sarà uno strumento di pacificazione sociale, specie se si tradurrà nel successo che l’operazione riscosse negli anni Ottanta con la rifondazione dell’Ambrosiano.

Escluse per ora ipotesi di fusione, anche con Veneto Banca, alla Bpvi si prospetta un futuro immediato stand alone. Atlante è ora a caccia di 3-5 nuovi miliardi per rafforzarsi in via del negoziato con Mps sulla partita delle sofferenze. E non è escluso uno scorporo delle partecipazioni bancarie in Veneto (Bpvi e Veneto Banca) per lanciare una nuova edizione del fondo solo per la gestione Npl.

Sotto la lente Usa. Ma c'è una novità all'orizzonte: un pool di quattro fondi americani ha manifestato l’interesse ad acquistare in blocco, dal fondo Atlante, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca per poi fonderle. Si tratta dei fondi di private equity Atlas Merchant Capital, Warburg Pincus e Centerbridge e dell’hedge fund Baupost. Già a maggio, secondo le indiscrezioni di stampa di allora, avevano bussato alla porte di Quaestio, la sgr che gestisce il fondo salva-banche, per trattare l’ingresso nel capitale della Banca Popolare di Vicenza. Ora tornano alla carica.


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