Roma blinda D’Agostino: «Il governo è al lavoro per restituirlo al Porto di Trieste»

Il ministro triestino Patuanelli: «Vanno tenute in conto le esigenze della città». Allo studio le implicazioni di una rinomina alla Torre del Lloyd il prossimo autunno

TRIESTE Il ministro dello Sviluppo economico, il triestino Stefano Patuanelli, è chiaro: «Il governo sta tenendo conto delle esigenze della città di riavere Zeno D’Agostino a capo dell’Autorità portuale» ed è anche pienamente cosciente del «sostegno trasversale nei suoi confronti da parte di tutta la città: se lo è meritato sul campo lavorando in modo eccellente».



L’esponente pentastellato dell’esecutivo nazionale lo ha detto ieri a Trieste ai microfoni del Tgr 3 del Fvg aggiungendo che il governo «sta cercando tutte le soluzioni possibili perché D’Agostino resti a Trieste». Il governo Conte sta quindi «studiando tutti gli elementi necessari per cercare una soluzione definitiva».

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Uno degli aspetti che l’esecutivo sta valutando è cosa fare al termine del mandato di D’Agostino. La sentenza dell’Autorità nazionale Anticorruzione è arrivata infatti a pochi mesi dalla scadenza del mandato del presidente, e questo pone degli interrogativi tecnici anche su una sua possibile rinomina alla Torre del Lloyd in autunno. Quanto proprio all’eventualità di una rinomina di D’Agostino alla presidenza fra pochi mesi, il ministro ha garantito che il governo sta pensando anche a questo: «Stiamo valutando anche questa ipotesi - ha spiegato Patuanelli - però ovviamente c’è un piano giuridico e qui ci sono i tecnici al lavoro, e confidiamo che una soluzione si possa trovare in tempi rapidi».

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La speranza che l’inghippo possa essere sciolto con tempistiche che si misurano in giorni o al massimo settimane, e non in anni, è il medesimo che si coltiva a Roma, come a Trieste. Anche perché le partite ancora in corso sono molte, non ultima quella della Ferriera. Si apre ora, infatti, una settimana di confronto sull’Accordo di programma per lo stabilimento di Servola, con l’area a caldo ormai ferma. Un procedimento in cui l’Autorità di sistema portuale ha avuto un ruolo di primo piano, e che riguarda il destino di centinaia di lavoratori triestini. Ancora una volta, si tratta di una scacchiera su cui D’Agostino ha pesato non poco. «È assolutamente così», il commento in proposito del ministro dello Sviluppo economico: «È stata una fortuna avere al nostro fianco Zeno D’Agostino in questo percorso ed è per questo che non possiamo permetterci di perderlo, ed è per questo che facciamo tutto il possibile perché resti a Trieste come presidente».

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In questo modo il governo ribadisce dunque con forza la posizione assunta da subito sul caso, proprio per bocca dello stesso Patuanelli. Nei giorni scorsi il sostegno a D’Agostino è apparso forte e pressoché unanime in un arco che va dai lavoratori del porto al presidente di illycaffè Andrea Illy, passando per le realtà economiche, commerciali e politiche del territorio. Di fronte a tanta solidarietà nei confronti del presidente decaduto, il ministro triestino riafferma quindi il sostegno a D’Agostino espresso fin dal primo momento della crisi. Nei giorni scorsi Patuanelli aveva spiegato di essere in contatto continuo e di essere da subito al lavoro assieme alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli per trovare una soluzione rapida al problema.

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Foto BRUNI Trieste 06.06.2020 Zeno D'Agostino incontra i portuali-abbracci e commozione


La notizia della destituzione di D’Agostino è arrivata giovedì, mentre la ministra competente si trovava al Consiglio d’Europa, eppure da Roma nessuno ha dissimulato lo sconcerto provocato dalla sentenza dell’Anac.



Le forti perplessità del governo, come quelle del settore portuale italiano, hanno spinto la stessa Anac a specificare ieri di aver soltanto applicato la normativa vigente (vedi articolo in basso, ndr). Ora non resta che vedere l’esito della richiesta di sospensiva che D’Agostino reclama davanti al Tar del Lazio. —


 

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