Salva imprese, per Veneto Sviluppo: "I soldi ci sono già"

Il presidente della Finanziaria Giorgio Grosso spiega che l'intervento a sostegno delle imprese in difficoltà, causa svalutazione delle azioni Popolari, può essere "importante". E calcola tra i 100-150 milioni, già in conto corrente

PADOVA. "I soldi ci sono già, li abbiamo in conto corrente, sono della Regione e già destinati alle imprese. Basta utilizzare in forma diversa fondi già attivi che sono diventati meno interessanti per le imprese". Parola di Giorgio Grosso, presidente della Finanziaria regionale Veneto Sviluppo. Società che dovrebbe gestire il progetto lanciato da Luca Zaia di un fondo a sostegno delle imprese andate in crisi, o con il bilancio in rosso, causa svalutazione delle azioni delle due Popolari Venete: Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.

Accertato, dunque, che un Fondo a sostegno dei risparmiatori che si sono ritrovati in portafoglio azioni svalutate non è percorribile, il governatore del Veneto ha lanciato il 4 gennaio un Piano b: un fondo a sostegno solo delle imprese. Il presidente ha parlato di 200 milioni da affidare alla finanziaria regionale Veneto Sviluppo per “garantire i prestiti alle Pmi”.

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La redazione

Per capire se questa strada è praticabile e come potrebbe declinarsi, Nordest Economia ha contattato il presidente della Finanziaria regionale Giorgio Grosso. Che ha chiarito: "Veneto Sviluppo può intervenire e l’intervento può essere importante. Sono già stati denunciati molti casi di aziende che hanno a bilancio titoli delle popolari che vanno svalutati con perdite anche in portanti. In alcuni casi, si può arrivare al rosso di bilancio ma, anche se l’impresa resta in utile, potrebbe ritrovarsi con un rating diverso, in caso di consistenti partite, quindi in difficoltà con l'accesso al credito. Molte imprese hanno poi utilizzato questi titoli per darli in garanzia e questo preoccupa di più perché molte banche stanno chiedendo il rientro delle garanzie e dei fidi. Il fenomeno è abbastanza diffuso"

La strada, conferma Grosso, é quella "di utilizzare i fondi di garanzia". Insomma: la banca che richiede indietro i fidi, anzichè contare sui titoli o sulla solidità patrimoniale, può su Veneto Sviluppo. Anche nel caso di un’impresa che fatica andare in banca a chiedere soldi, causa rating, "possiamo garantire noi l’accesso al credito" spiega Grosso.

La misura varrà per tutte le aziende, quindi non ci sarà un distinguo tra chi è in difficoltà per Veneto Banca e chi lo è per altre ragioni. E, forse, i 200 milioni annunciati da Zaia sono anche troppi. "Dobbiamo considerare l’effetto moltiplicatore: noi non calcoliamo il finanziamento in cifre ma la probabilità di default e su quella percentuale noi copriamo l’insolvenza, mettendo a disposizione la nostra cassa - dice Grosso -. Come Veneto Sviluppo abbiamo moltiplicatori più elevati: in operazioni combinate con Confidi, dove noi garantiamo la metà, arriviamo fino a 40 volte. Io avevo addirittura ipotizzato 50 milioni per arrivare a un miliardo di finanziamenti. Credo che già con 100 milioni, massimo 150, si potrebbe arrivare a una cifra pari a 2 miliardi di finanziamenti".

@eleonoravallin
 

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