Sarà made in Pordenone il super telescopio europeo in Cile

Firmato il contratto per la costruzione in Cile della struttura da 400 milioni Nel consorzio d’imprese Cimolai con Astaldi e Eie. Plauso di Giannini

PORDENONE - Tecnologia italiana, e un bel po’ di ingegno pordenonese, nel più grande telescopio del mondo.

E-Elt, acronimo che sta per “telescopio europeo estremamente grande” (European Extremely Large Telescope), ha uno specchio dal diametro di 39 metri, è almeno 10 volte più grande degli attuali telescopi più potenti del mondo, ed è frutto di un importante contributo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e in fase di costruzione sulle Ande cilene, sul Cerro Armazones.

Il contratto, da 400 milioni di euro, è stato firmato ieri in Germania, a Garching, tra l’Osservatorio europeo meridionale (Eso) e il consorzio di aziende italiane ACe, composto dalla Astaldi, dalla pordenonese Cimolai e da Eie come subcontraente.

Il contratto è stato firmato dal direttore generale dell’Eso, Tim de Zeeuw, e dai presidenti di Astaldi, Paolo Astaldi, e di Cimolai, Luigi Cimolai.

«Festeggiamo un altro successo della ricerca pubblica e dell’eccellenza industriale italiana in Europa», ha detto il ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini, ieri a Garching con il presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica, Nicolò D’Amico e il presidente di Eie, Gianpiero Marchiori.

«Siamo davvero orgogliosi - ha detto Astaldi - di essere capogruppo in questo progetto, che consentirà alla comunità scientifica internazionale, di superare i limiti attuali dell’astronomia e dell’astrofisica».

A partire dal 2017 le aziende italiane costruiranno la cupola, dal diametro di 90 metri, alta come un palazzo di 30 piani e dalla base grande come un campo da calcio.

Una struttura gigantesca e antisismica, dalla massa di 5 mila tonnellate, completamente rotante.

Per Paolo Calcina, della Cimolai, «è un progetto unico al mondo, che abbina le caratteristiche delle grandi strutture a quelle della meccanica di precisione».

Per Marchiori è «il più grande esempio di meccatronica del mondo, con strutture di calcestruzzo e acciaio che si muovono con richieste di attriti prossimi allo zero».

La struttura gigantesca del super telescopio E-Elt, “galleggerà” su un sottilissimo velo di olio e obbedirà a meccanismi ad altissima precisione per scrutare l’universo più lontano a caccia di mondi alieni e quello più vicino, per osservare nei dettagli il centro della Via Lattea e i buchi neri.

La sua entrata in funzione è attesa entro una decina d’anni.

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