Scarponi e tute vanno in orbita. Lo sportswear punta lo spazio

Zanatta, Tecnica Group, allo Space Meetings Veneto. «La nostra ricerca sulle tecnologie avrà molte applicazioni»

Giorgio Barbieri

Nel 1969 la luna fu la fonte di ispirazione di Giancarlo Zanatta che, dopo un viaggio a New York, rivoluzionò il mercato lanciando i Moon Boot sul modello degli scarponi indossati da Neil Armstrong, primo uomo a mettere piede sulla superficie del satellite. Oggi, cinquantacinque anni dopo, tocca ad Alberto Zanatta guardare nuovamente alla luna e alle possibilità offerte dalla new space economy per far crescere ulteriormente Tecnica Group. «Quello aerospaziale è sicuramente un settore che ci interessa molto», spiega il presidente del gruppo di Giavera del Montello, «vedo infatti grandi potenzialità, sia in termini di contaminazione positiva, che di collaborazioni. Con lo spazio abbiamo anche un legame emozionale: i Moon Boot nascono nel 1969, ispirati dalle immagini dell’allunaggio, e mi piace pensare che proprio nello spazio, un giorno, potranno andare».

Zanatta ha partecipato ieri a Venezia alla seconda giornata dello Space Meetings Veneto nell’ambito della sessione che ha riguardato lo spazio e lo sport, due settori apparentemente distanti ma che hanno invece molti aspetti in comune, a partire dalle opportunità di business per la filiera a seguito dei nuovi trend della space economy in rapido sviluppo. Con Zanatta erano sul palco Jonathan Marrs, direttore del colosso Axiom Space, e Corinna Sperandini, amministratore delegato di Spacewear, l’azienda di Fano che ha realizzato la prima tuta interattiva completamente made in Italy indossata dall’astronauta Walter Villadei durante la missione Axiom sulla Stazione spaziale internazionale.

«Esistono molti possibili punti di contatto tra i nostri mondi», ha sottolineato Zanatta, «penso soprattutto alle tecnologie legate alla telemetria, con i sensori che oggi ricoprono un ruolo fondamentale nello sci, e ai materiali: titanio, alluminio, magnesio, carbonio possono trovare applicazioni innovative tanto nel mondo invernale e della calzatura, quanto in quello space, con i dipartimenti ricerca e sviluppo delle aziende a fare sintesi in base alle diverse necessità». Il presidente di Tecnica Group ha quindi spiegato come, anche nell’ambito delle attrezzature sportive, siano ormai necessarie approfondite ricerche per offrire materiali sempre più competitivi e sofisticati «con una esasperazione prestazionale simile a quella della Formula 1». Una racconto che deve aver convinto anche il rappresentante di Axiom, l’azienda con sede a Houston in Texas che mira a possedere e gestire la prima stazione spaziale commerciale al mondo nel 2025. «Verremo sicuramente a visitare Tecnica Group», ha assicurato Jonathan Marrs.

Molti comunque i temi trattati nel corso dell’incontro: dai nuovi materiali ad alta prestazione ispirati ai tessuti degli astronauti, a come il mondo del fashion e del design possano migliorare la qualità e il comfort dell’abbigliamento per lo spazio. «In azienda abbiamo competenze diverse, dal fashion design all’automotive, all’ingegneria spaziale, e sono servite tutte per mettere a punto la tuta per la missione Axiom», ha spiegato Corinna Sperandini, «dallo spazio arrivano migliaia di innovazioni di uso quotidiano, dai dispositivi senza filo, a batteria, alle lenti antigraffio: oggetti che non esisterebbero così come sono se non ci fosse stato uno studio sui materiali in ottica spaziale. La nostra tuta ha subito un processo di certificazione da parte di Nasa ed è la prima ad entrare nella stazione spaziale al di fuori delle tute abituali della Nasa».

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