Sedie a rotelle, cartelli e maxi bandiere cinesi nella piazza invasa dal “popolo di Zeno”

Marisa, 85 anni, non avrebbe perso l’appuntamento per nulla al mondo «Era il momento di ribellarsi». E Lucia chiede più spazio per i giovani  
Lasorte Trieste 13/06/20 - Piazza Unita', Manifestazione per Zeno D'Agostino
Lasorte Trieste 13/06/20 - Piazza Unita', Manifestazione per Zeno D'Agostino

TRIESTE «Questa volta mi ribello!». Marisa Marinelli, 85 anni, ieri ha deciso di scendere in piazza e per tutta la durata della manifestazione è rimasta lì in prima fila, seduta sulla sua sedia a rotelle.

«L’ho fatto anche a nome delle tante persone che avrebbero voluto esserci, ma fisicamente non sono potuti venire - spiega l’agguerrita signora, ex impiegata della Camera del lavoro -. Io non sarei mancata per nulla al mondo. Sono orgogliosa di questo presidente e sono qua non solo per difendere Zeno D’Agostino, ma i portuali, Trieste e tutto il Friuli Venezia Giulia».



Laura e Branco sono due amici. Hanno in mano due piccoli cartelli e assistono alla manifestazione a pochi metri dal palco allestito vicino alla fontana dei Continenti in piazza Unità. «Siamo ovviamente a favore di Zeno e della città, una Trieste maltrattata per tanti anni. Finalmente qualcuno ha preso in mano la faccenda del porto e ora che succede? Lo buttano giù?». Laura aggiunge: «Ho lavorato come spedizioniere e so quanto lo scalo abbia sofferto in passato. Ora ci portano anche via la dogana ed è l’ennesimo danno per la città. Trieste non se lo merita». «D’Agostino - aggiunge Branco - ha lavorato bene ed è riuscito a scogliere un nodo che soffocava il porto da oltre 20 anni».

Sandro e Andrea ascoltano gli interventi in fondo alla piazza, più vicini al mare, «Siamo qua - dicono - per difendere una delle poche persone riuscite a dare una spinta a Trieste. Una persona universalmente riconosciuta come capace e competente. Il porto ha sempre sofferto a causa di pesanti condizionamenti, finalmente qualcuno è riuscito a farlo partire».

A Trieste tremila in piazza per blindare il Porto: "Zeno non si tocca"
La redazione
Lasorte Trieste 13/06/20 - Piazza Unita', Manifestazione per Zeno D'Agostino


Poco distante in piazza sventala anche una maxi bandiera cinese di tre metri per quattro. A sorreggere l’asta Paolo Tarabocchia, rappresentante della “Burton society”, un’associazione che si occupa di geografia rivolta a studi applicati di documentazione e ricerca nei territori. «L’ho finita durante la notte - racconta - e sono qua con questo simbolo che rappresenta una parte della bella carriera di D’Agostino. Ha sempre parlato della Via della Seta e ora il tema sembra un po’ passato in secondo piano. Per la città e il futuro le rotte internazionali sono fondamentali».

Nella piazza conquistata dal “popolo di Zeno”, invece, non si avverte grande simpatia nei confronti dei politici (il meno apprezzato a fine giornata sarà l’assessore regionale ed ex vicesindaco di Trieste Pierpaolo Roberti), bersaglio di accuse neanche troppo velate. «Abbiamo visto i fatti solo con D’Agostino - urla qualcuno -. Da voi politici sono arrivate solo parole».

A Lucia, poco più che ventenne della politica interessa poco. «Mi piacerebbe ci fosse concretezza in questo Paese. Per noi giovani è sempre difficile e il porto potrebbe rappresentare un contesto prezioso nel quale trovare occupazione». Luca invece ha qualche primavera in più. «Penso siano tutti sostituibili, io sono qua non specificamente per D’Agostino, che stimo, ma per il merito della questione. In questo Paese bisogna dare spazio a chi porta risultati».

«Lei è una persona speciale», è invece l’inizio della lettera scritta da Graziella e Claudio Visintin, letta a inizio manifestazione da Alex Bini che si è anche commosso al momento di pronunciare le parole scritte per ricordare loro figlio, Maurizio, ucciso in un incidente d’auto da un ubriaco. Il pensiero poi ai lavoratori portuali morti a causa dall’amianto. «So che se ci fosse stato lei negli anni dei sacchi di amianto, certamente meno persone si sarebbero ammalate e morte. Lei presidente considera i portuali come una seconda famiglia». —


 

Riproduzione riservata © il Nord Est