Sentenza choc sul Porto di Trieste, protesta a oltranza dei portuali. L'Anac rassicura: "Gli atti non verranno toccati"
TRIESTE Caso D'Agostino: dopo lo sdegno espresso trasversalmente dal mondo politico, quella di oggi, venerdì 6 giugno, è la giornata della protesta dei portuali. Davanti all'ingresso del Molo VII si sono riuniti in un centinaio per «contestare la sentenza dell'Anac» che ieri, giovedì, ha fatto decadere dalla carica di presidente dell'Autorità portuale Zeno D'Agostino, e «per difendere di conseguenza gli accordi presi in questi anni e 300 posti di lavoro».
«Resteremo qui fin quando Zeno D'Agostino non tornerà come presidente», ripetono i portuali mentre impediscono ai Tir di entrare e uscire dallo scalo. Sul posto anche il vicepresidente della Regione Fvg, Pierpaolo Roberti. Della vicenda, già da ieri, si stanno occupando anche i ministri Patuanelli e De Micheli.
La protesta dei lavoratori sortisce fin da subito i primi effetti. Una delegazione di portuali è stata infatti convocata in Prefettura alle 16.30. «Ci attendiamo un chiarimento formale da parte della presidenza dell'Anac sulla sentenza», ha annunciato il segretario provinciale dell'Usb, Sasha Colautti, anche lui al presidio con i lavoratori davanti al varco quarto dell'ingresso del molo settimo. «Chiederemo di mettere a verbale - ha precisato - che tutti gli atti formalizzati finora da D'Agostino non decadano».
La convocazione in Prefettura apre più di uno spiraglio. Davanti ai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Usb e di un rappresentante del Comitato lavoratori portual di Trieste, il Prefetto ha riferito che il ministero dei Trasporti provvederà a impugnare la decisione davanti al Tar del Lazio chiedendo l'immediata sospensiva del provvedimento Anac. Il ministero nominerà inoltre quanto prima un commissario per garantire la continuità dell'azione ammnistrativa dell'Autorità di Sistema Portuale (non è escluso possa trattarsi di D'Agostino stesso, ndr) e per garantire la conclusione di tutti i procedimenti in atto in attesa della sospensiva, prevista nel giro di qualche giorno. L'Anac, contattato telefonicamente, ha detto che l'inconferibilità di una carica non comporta automaticamente il venir meno degli atti compiuti dal funzionario dichiarato decaduto in applicazione del principio del cosiddetto "funzionario di fatto". Ciò alla luce di diverse sentenze del Consiglio di Stato su casi analoghi.
E' spettato poi ai rappresentanti sindacali presenti riferire le novità ai lavoratori scesi in piazza.
Presidio a oltranza. Continuerà comunque a oltranza il presidio dei lavoratori del Porto di Trieste davanti al varco quarto dell'ingresso del molo settimo dello scalo. «Al termine dell'incontro con il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, e preso atto del grande lavoro da lui svolto, una volta sentiti i lavoratori, è stato deciso di confermare il presidio e lo sciopero a oltranza», ha spiegato il segretario provinciale della Uil Trasporti, Marco Rebez. «Vogliamo dare un segnale al mondo della politica - ha aggiunto - se un primo passo avanti è stato fatto con la conferma della validità degli atti firmati da Zeno D'Agostino, i lavoratori chiedono la sospensione immediata della sentenza dell'Anac e che D'Agostino possa tornare al vertice dell'Authority. Non si può bloccare un porto». Il presidio continuerà dunque anche nel corso della notte.
Il commento della deputata Debora Serracchiani. "Il ministero dei Trasporti ha compiuto passi tempestivi. Il ricorso al Tar senz'altro farà chiarezza di una situazione che ha lasciato sgomenti istituzioni, imprese e lavoratori. E, come ci attendevamo, il governo provvederà a garantire la continuità operativa dell'infrastruttura portuale: un atto che potrà rassicurare la città di Trieste dell'attenzione con cui da subito è stata monitorata questa crisi da Roma".
Il minister dei Trasporti. In serata però il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti precisa che, in relazione alle dichiarazioni del prefetto di Trieste Valerio Valenti, non ricorrerà al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio contro la pronuncia dell'Anac sulla decadenza del presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. "Non lo farà - si legge in una nota - in primo luogo perché non legittimato a ricorrere in quanto non destinatario del provvedimento. Il ricorso infatti potrà essere eventualmente presentato dal diretto interessato, Zeno D 'Agostino. In secondo luogo, perché non corrisponde a quanto dichiarato dal Capo del Gabinetto che, nel corso del confronto con il Prefetto, lo ha voluto semplicemente rassicurare sulla validità ed efficacia degli atti fino ad oggi adottati dalla Presidenza dell'Autorità di Sistema Portuale. Confermata invece, conclude la nota, l'intenzione del ministro De Micheli di provvedere alla nomina di un commissario che garantisca la continuità dell'azione amministrativa dell'Autorità e la conclusione di tutti i procedimenti già in essere".
Il pressing dei sindacati durante la manifestazione. «La sentenza dell'Anac è una sentenza politica che mette in discussione il valore e la strategicità del porto di Trieste», ha detto in piazza questa mattina Colautti. «È impensabile - ha aggiunto Marco Rebez della Uil trasporti - bloccare il Porto di Trieste: si parla di lavoratori, famiglie e di uno scalo che serve tutto il centro Europa. Siamo con voi».
Il primo commento di Zeno D'Agostino. In mattinata oggi è arrivato anche il primo commento di Zeno D'Agostino, affidato in diretta ai microfoni dell'emittente locale Telequattro: «Sono abbastanza basito, è "meraviglioso" il parere dell'Anac di ieri in cui un presidente senza deleghe risulta un presidente con deleghe. Ieri - ancora D'Agostino - ho deciso di dare le dimissioni dalla presidenza di Ttp, Trieste Terminal Passeggeri, che avevo assunto a compenso zero, rispetto a un compenso importante che veniva percepito in precedenza. Non avendo alcuna responsabilità, avevo ritenuto che non avesse senso un compenso».
D'Agostino, la cui carica di presidente dell'Autorità sarebbe scaduta il prossimo mese di novembre, ha poi precisato che, al vertice del Ttp «non aveva alcuna delega esecutiva» e che all'epoca era già da tempo commissario del porto di Trieste. «In quel momento c'era una guerra di posizione sulla presidenza precedente - ha ricordato D'Agostino -. Il senso della legge che prevede la inconferibilità è che qualcuno non approfitti della posizione», come ad esempio diventare anche presidente dell'Autorità, «ma nel mio caso, ero già commissario del porto già da quasi due anni».
D'Agostino ha inoltre raccontato di aver avuto notizia della sentenza dell'Anac tra una riunione virtuale con il presidente Fedriga e il ministro Patuanelli e una susseguente del Comitato di gestione, dove «mi sono presentato dicendo di non essere presidente e di non esserlo mai stato». Infine, sul lavoro svolto in questi anni, D'Agostino ha indicato che l'Anac «sa come gestire una sorta di 'sanatorià di quanto fatto, d'altronde, ci sono state centinaia di assunzioni, ci mancherebbe che saltino».
Commentando la manifestazione dei portuali a suo favore, l'ormai ex presidente ha poi detto: «Mi rendo conto che un'altra famiglia ce l'ho e che è costituita da tutti i portuali, colletti bianchi compresi. Oggi questa comunità mi ha fatto capire che mi vuole bene», ha aggiunto, visibilmente commosso. L'ex presidente dell'Autorità portuale ha annunciato che «nei prossimi giorni sarà presentato un ricorso al Tar chiedendo una sospensiva della decisione dell'Anac».
Nel frattempo il vicepresidente del Consiglio regionale Fvg, Francesco Russo, lancia una petizione su Facebook in sua difesa.
La solidarietà di Assoporti. In una nota l'ente ha espresso «la piena solidarietà e vicinanza al collega Zeno D'Agostino dopo la determinazione di Anac». D'Agostino «con impegno e professionalità ha portato lo scalo di Trieste, al raggiungimento di importanti risultati, in un contesto in cui le Autorità di Sistema Portuale devono fare i conti con le difficoltà applicative ed interpretative di una disciplina legislativa di settore particolarmente complessa - riporta il comunicato - Rileviamo la profonda preoccupazione per la continuità della gestione delle attività in corso in uno dei più importanti porti italiani che necessitano di un presidio amministrativo operante nel pieno delle sue funzioni». Assoporti dunque auspica che «un'analisi ulteriore possa sciogliere ogni dubbio sulla legittimità della nomina del collega al fine di assicurare che la governance di un complesso sistema portuale possa essere salvaguardata».
La solidarietà del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna. “Mi dispiace molto per ciò che è accaduto a Zeno d’Agostino. Una decisione che arriva dopo ben quattro anni, e non perché abbia commesso reati ma perché D’Agostino è presidente anche di un altro ente, senza tenere minimamente conto dei risultati straordinari da lui ottenuti. Siamo alla solite, non si guarda alla finalità delle norma ma alla tutela di quest’ultima e per un paese civile e moderno questo è inconcepibile. Mi auguro davvero che si possa correre ai ripari al più presto, anche modificando norme che, effettivamente contrastano gli interessi di un Paese che vuole crescere. Mi auguro che D’Agostino possa riprendere a lavorare con la capacità e la passione di sempre. Ma mi auguro anche - insiste Ziberna - che questa vicenda porti all’apertura di un dibattito serio sulla nostra legislazione e sull’interpretazione delle norme perché, purtroppo, accade troppo spesso di trovarsi con progetti bloccati, ritardi e lungaggini per situazioni analoghe. E’ un danno enorme per un paese che dovrebbe correre e, invece, si ritrova quasi fermo, bloccando addirittura proprio chi stava addirittura volando”.
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