Settore moda, c'è il credito d’imposta per ricerca e sviluppo

Plauso di Confartigianato Moda Veneto. “Riconosciuto il valore di ricerca e sviluppo al processo creativo tipico dei settori del made in Italy”

VENEZIA  – Grande soddisfazione per l’intero settore moda di Confartigianato per il parere pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla ammissibilità delle attività collegate alla ideazione e realizzazione dei nuovi campionari, tra quelle che possono beneficiare del nuovo credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo.

Il comma 5 dell’art.3 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n.145 infatti, escludeva espressamente dalle attività ammissibili “le modifiche ordinarie o periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso anche quando tali modifiche rappresentino miglioramenti”.

“Una grande vittoria di sistema – afferma Giuliano Secco presidente veneto della federazione Moda di Confartigianato Imprese – frutto di un lungo percorso condiviso con le altre Associazioni della moda e volto a riconoscere gli investimenti in innovazione delle nostre aziende in ottica 4.0. Un efficace lavoro di squadra, che ha permesso finalmente l’utilizzo del credito d’imposta alle aziende del settore. Ovviamente ancora non parliamo di determinanti misure di defiscalizzazione, ma comunque è stato fatto un importante passo avanti per le imprese che vogliono investire in innovazione e ricerca e che, con questa agevolazione, potranno trovare un sostegno alle loro attività”.

La nuova opportunità inciderà moltro nel Veneto.

Qui opera l’11% delle aziende della moda italiane.

Si parla di 9.500 unità produttive (17,6% del totale manifatturiero veneto), 7.468 delle quali sono a carattere artigianale: oltre l’80%.

Secondo gli ultimi dati disponibili il fatturato ammonta a 15,6 miliardi di euro (18% del fatturato nazionale, 86 miliardi), per un valore aggiunto di circa 8,6 miliardi di euro, pari al 25% del comparto manifatturiero regionale e 6,5% del valore aggiunto regionale.

Le imprese del sistema moda in Veneto assorbono quasi 100 mila addetti, circa il 12% dell’occupazione del settore in Italia.

Vendono all’estero prodotti per un valore di oltre 10,2 miliardi di euro, pari al 20% dell’export regionale e al 22% dell’export nazionale di settore.

Un terzo è rappresentato dall’abbigliamento, il 27% dalla concia e lavorazioni pelli e il 24% dalle calzature.

Con il chiarimento del Mise ora, queste aziende, possono considerarsi rilevanti quali attività di ricerca industriale e sviluppo pre-competitivo, l’insieme dei lavori organizzati dall’impresa ai fini dell’elaborazione e della creazione di nuove collezioni di prodotti. In particolare, proprio nelle fasi della ricerca e ideazione estetica e nella conseguente realizzazione dei prototipi dei nuovi prodotti, si può individuare “quel segmento di attività diretta alla realizzazione del prodotto nuovo o migliorato, al quale collegare l’agevolazione che premia lo sforzo innovativo dell’imprenditore”.

Il credito d’imposta spetta fino a un importo massimo annuale di 5 milioni per ciascun beneficiario ed è riconosciuto a condizione che la spesa complessiva per investimenti in ricerca e sviluppo, effettuata in ciascun periodo d’imposta in relazione al quale si intende fruire dell’agevolazione, ammonti almeno a 30mila euro.

“Per le nostre imprese - conclude Secco -, investire nella presentazione di nuove collezioni attraverso la realizzazione di prototipi è fondamentale per partecipare da protagonisti a questa competizione. Per il settore moda, con questo importante provvedimento che finalmente riconosce il valore di ricerca e sviluppo al processo creativo tipico dei settori del made in Italy, sarà possibile detassare le spese sostenute per le collezioni e per la realizzazioni dei prototipi, includendo anche i costi per consulenti ed agenzie esterne, i costi del personale dipendente impiegato nell’attività di ricerca e i costi per gli ammortamenti sostenuti dalle società di capitali”.

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