Siderurgia, riuso come filosofia a monte e a valle dell’acciaieria

Non semplicemente un materiale riciclabile. L’acciaio è un vero e proprio materiale permanente. Può essere rifuso infatti più e più volte senza perdere nessuna delle sue proprietà. Questa sua caratteristica combinata all’uso della tecnologia a forno elettrico che ha ormai da tempo scalzato gli impianti a ciclo integrale, fa della produzione dell’acciaio in Italia un esempio da manuale di economia circolare.
Le acciaierie a Nordest insegnano. Non si limitano a impiegare forni elettrici per produrre, lavorando quindi a partire dal rottame ferroso, ma spesso integrano la propria filiera con imprese che si occupano del reperimento del rottame ferroso, per arrivare a ideare e commercializzare a fine ciclo prodotti nuovi realizzati a partire dagli scarti.

Ad esempio Acciaierie Venete di Padova – dieci stabilimenti, 1500 dipendenti e un fatturato di 1,9 miliardi di euro nel 2022 – è stato tra i primi a decidere, ormai 25 anni fa, di integrare la propria filiera a monte, internalizzando l’approvvigionamento del rottame. Oggi può contare su due società, Padana Rottami e Maltauro Rottami, che garantiscono al gruppo circa la metà del suo fabbisogno di rottame ferroso (1.757.180 tonnellate nel 2022). Si tratta di una scelta strategica, che oggi - con la siderurgia europea che si va rapidamente convertendo alla produzione a forno elettrico e che dunque tratterrà quote crescenti di rottame ferroso, oggi invece destinate alle esportazioni - risulta determinante per la competitività. Senza dimenticare il significativo apporto in termini di ricavi. La sola Padana Rottami infatti genera tra i 350 e i 400 milioni di fatturato annuo. «Con la raccolta degli scarti di lavorazione del nostro materiale e la gestione interna dello stesso attraverso aziende proprietarie - commenta il presidente di Acciaierie Venete, Alessandro Banzato -, rappresentiamo un modello di giunzione ideale tra il mondo dell’acciaio e quello del rottame». La circolarità della produzione si completa naturalmente con il riuso dei rifiuti di produzione, che arriva al 90%. Il grosso della scoria nera viene trattato e utilizzato per i sottofondi stradali, buona parte di quella bianca riutilizzata nel ciclo, come pure i refrattari esausti.

Poi c’è il caso del Gruppo Pittini. L’impegno del player siderurgico friulano in materia di riduzione dell’impatto ambientale della produzione e di economia circolare risale al 1995, anno in cui Pittini avvia il progetto Zero Waste, con l’obiettivo di valorizzare e riciclare i residui della produzione. Alla Granella, prodotto riciclato al 100% generato dalla trasformazione del materiale non metallico proveniente dal forno ad arco elettrico e utilizzato in sostituzione degli aggregati naturali nella realizzazione delle pavimentazioni stradali, il gruppo presieduto da Federico Pittini - 18 strutture produttive, 1.800 dipendenti e 2,5 miliardi di euro di ricavi (considerata la recente acquisizione di Steelag) - ha recentemente affiancato Siderlime, un aggregato artificiale di origine siderurgica, impiegato nella produzione sia di miscele bituminose come filler attivo che di materiali da costruzione, come il cemento.

Altro esempio è la Abs (Gruppo Danieli). Due le direttrici sulle quali l’acciaieria della multinazionale di Buttrio ha scelto di lavorare in materia di sostenibilità ed economia circolare: investimenti ingenti in impianti e tecnologie innovative e un piano di acquisizioni per includere la filiera a monte, efficientando i processi di raccolta e selezione del rottame. Abs utilizza per la sua produzione il 95% di rottame ferroso, proveniente da Italia e Unione Europea.

L’obiettivo dell’acciaieria di Cargnacco è oggi quello di incorporare il processo di raccolta per rafforzare il ciclo produttivo completamente circolare. Da qui la recente acquisizione di Rott-Ferr, «che si inserisce nella nostra strategia di medio termine tesa a consolidare la catena di fornitura della materia prima - dichiara l’Ad Stefano Scolari -. Non escludiamo in futuro altre integrazioni con raccoglitori del settore metalli in Europa. L’obiettivo è diventare sempre più capillari nella raccolta diretta di rottame».
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