Siderurgia, riuso come filosofia a monte e a valle dell’acciaieria

Strategie sostenibili: gli esempi di Acciaierie Venete, Gruppo Pittini e Abs (Gruppo Danieli)
Maura Delle Case
Udine 19 settembre 2022 Nuoa linea produttiva abs ©Foto Petrussi
Udine 19 settembre 2022 Nuoa linea produttiva abs ©Foto Petrussi

Non semplicemente un materiale riciclabile. L’acciaio è un vero e proprio materiale permanente. Può essere rifuso infatti più e più volte senza perdere nessuna delle sue proprietà. Questa sua caratteristica combinata all’uso della tecnologia a forno elettrico che ha ormai da tempo scalzato gli impianti a ciclo integrale, fa della produzione dell’acciaio in Italia un esempio da manuale di economia circolare.

Le acciaierie a Nordest insegnano. Non si limitano a impiegare forni elettrici per produrre, lavorando quindi a partire dal rottame ferroso, ma spesso integrano la propria filiera con imprese che si occupano del reperimento del rottame ferroso, per arrivare a ideare e commercializzare a fine ciclo prodotti nuovi realizzati a partire dagli scarti.

Alessandro Banzato
Alessandro Banzato

Ad esempio Acciaierie Venete di Padova – dieci stabilimenti, 1500 dipendenti e un fatturato di 1,9 miliardi di euro nel 2022 – è stato tra i primi a decidere, ormai 25 anni fa, di integrare la propria filiera a monte, internalizzando l’approvvigionamento del rottame. Oggi può contare su due società, Padana Rottami e Maltauro Rottami, che garantiscono al gruppo circa la metà del suo fabbisogno di rottame ferroso (1.757.180 tonnellate nel 2022). Si tratta di una scelta strategica, che oggi - con la siderurgia europea che si va rapidamente convertendo alla produzione a forno elettrico e che dunque tratterrà quote crescenti di rottame ferroso, oggi invece destinate alle esportazioni - risulta determinante per la competitività. Senza dimenticare il significativo apporto in termini di ricavi. La sola Padana Rottami infatti genera tra i 350 e i 400 milioni di fatturato annuo. «Con la raccolta degli scarti di lavorazione del nostro materiale e la gestione interna dello stesso attraverso aziende proprietarie - commenta il presidente di Acciaierie Venete, Alessandro Banzato -, rappresentiamo un modello di giunzione ideale tra il mondo dell’acciaio e quello del rottame». La circolarità della produzione si completa naturalmente con il riuso dei rifiuti di produzione, che arriva al 90%. Il grosso della scoria nera viene trattato e utilizzato per i sottofondi stradali, buona parte di quella bianca riutilizzata nel ciclo, come pure i refrattari esausti.

Poi c’è il caso del Gruppo Pittini. L’impegno del player siderurgico friulano in materia di riduzione dell’impatto ambientale della produzione e di economia circolare risale al 1995, anno in cui Pittini avvia il progetto Zero Waste, con l’obiettivo di valorizzare e riciclare i residui della produzione. Alla Granella, prodotto riciclato al 100% generato dalla trasformazione del materiale non metallico proveniente dal forno ad arco elettrico e utilizzato in sostituzione degli aggregati naturali nella realizzazione delle pavimentazioni stradali, il gruppo presieduto da Federico Pittini - 18 strutture produttive, 1.800 dipendenti e 2,5 miliardi di euro di ricavi (considerata la recente acquisizione di Steelag) - ha recentemente affiancato Siderlime, un aggregato artificiale di origine siderurgica, impiegato nella produzione sia di miscele bituminose come filler attivo che di materiali da costruzione, come il cemento.

Asfalto con vergella Pittini
Asfalto con vergella Pittini

Altro esempio è la Abs (Gruppo Danieli). Due le direttrici sulle quali l’acciaieria della multinazionale di Buttrio ha scelto di lavorare in materia di sostenibilità ed economia circolare: investimenti ingenti in impianti e tecnologie innovative e un piano di acquisizioni per includere la filiera a monte, efficientando i processi di raccolta e selezione del rottame. Abs utilizza per la sua produzione il 95% di rottame ferroso, proveniente da Italia e Unione Europea.

L’obiettivo dell’acciaieria di Cargnacco è oggi quello di incorporare il processo di raccolta per rafforzare il ciclo produttivo completamente circolare. Da qui la recente acquisizione di Rott-Ferr, «che si inserisce nella nostra strategia di medio termine tesa a consolidare la catena di fornitura della materia prima - dichiara l’Ad Stefano Scolari -. Non escludiamo in futuro altre integrazioni con raccoglitori del settore metalli in Europa. L’obiettivo è diventare sempre più capillari nella raccolta diretta di rottame».

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