Slim Fusina (Ex Alcoa) chiede l'accesso al concordato preventivo

Il piano concordatario per il risanamento dell'esposizione debitoria delle Società e il riequilibrio della propria situazione finanziaria attraverso il ricorso al concordato con continuità aziendale, è in fase di elaborazione e necessita di ulteriore tempo per essere finalizzato e formalizzato

MESTRE. Il Consiglio di Amministrazione di Slim Fusina Rolling, l'ex stabilimento Alcoa di Porto Marghera (Venezia) di proprietà del fondo tedesco Quantum, ha deliberato di richiedere l'ammissione alla procedura di concordato preventivo «con riserva».

Il deposito del ricorso è stato effettuato ieri al Tribunale di Venezia. L'istruttoria - informa una nota della società - è stata realizzata con l'ausilio dei propri advisor legali e finanziari. Il cda ha ritenuto che nell'attuale frangente di tensione finanziaria di cassa, l'accesso al concordato sia l'unica opzione disponibile per mettere in sicurezza il patrimonio della società e tutelare tutti i portatori di interessi.

Il piano concordatario per il risanamento dell'esposizione debitoria delle Società e il riequilibrio della propria situazione finanziaria attraverso il ricorso al concordato con continuità aziendale, è in fase di elaborazione e necessita di ulteriore tempo per essere finalizzato e formalizzato. Il deposito del ricorso avviene dopo un incontro, svoltosi il 3 settembre scorso, con le rappresentanze sindacali, l'azionista, la Regione Veneto e il Mise, in cui la società ha illustrato il piano di ristrutturazione.

In quella sede, il Ministero ha evidenziato l'importanza strategica della società sia sul mercato dell'alluminio sia a livello territoriale, confermando la propria disponibilità a fornire supporto per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie, riservandosi di valutare in quale forma (finanziamenti, garanzie o ammortizzatori sociali, nel contesto dell'emergenza Covid-19 o meno) e in quale misura fornirlo.

Slim Fusina Rolling srl realizza laminati di alluminio per i mercati di tutto il mondo; le sue produzioni finiscono nei settori navale, militare, trasporti e delle lamiere per costruzione. Attualmente ha un organico di circa 300 lavoratori tra operai ed impiegati, e un indotto di un ulteriore centinaio tra somministrati e dipendenti di ditte terze.

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