Slitta al 2021 la seconda cedola di Generali, Donnet protesta: troppe disparità nell’Ue

I conti solidi reggono all’effetto pandemia, nonostante l’utile in forte calo. Il gruppo triestino prepara nuove acquisizioni
Philippe Donnet, Ceo di generali
Philippe Donnet, Ceo di generali

TRIESTE «Non sono d’accordo sul blocco dei dividendi per l’industria assicurativa. Il regolatore europeo delle assicurazioni Eiopa e le authority locali non sono stati in grado di garantire parità di condizioni. È inaccettabile», protesta il Ceo Philippe Donnet. Finisce così ad alta tensione una giornata in cui le Generali hanno dovuto annunciare che non sarà pagata quest’anno la seconda parte del dividendo di 0,96 euro (pari a 0,46 euro) che vale 720 milioni distribuiti ai soci. Restano a secco i grandi azionisti ma anche investitori istituzional e piccoli cassettisti anche se a maggio Generali ha già pagato la prima tranche di 0,50 euro per azione. Donnet ha chiarito subito che, vigilanza permettendo, la seconda parte della cedola sarà distribuita nel 2021. Deciderà un’assemblea che sarà convocata ad hoc. Ma è chiaro che, dopo la diffusione di conti nei nove mesi con un utile netto in calo del 40% a 1,3 miliardi di euro sul quale ha pesato la tempesta pandemica, il gruppo triestino avrebbe agito ben diversamente anche in virtù di un patrimonio solido e una tranquilla redditività.

Le Generali e il dividendo che vale oro per Trieste
La redazione

Tornando ai conti i nove mesi vedono un risultato operativo in aumento a 4 miliardi (+2,3% e superiore al consensus medio degli analisti), «per effetto dello sviluppo dei segmenti Danni e Asset Management» nonostante un impatto legato al Covid stimato in 125 milioni. Forte di questo risultato Generali tira dritto e conferma il piano al 2021 sulla politica triennale del dividendo, come ha chiarito con gli analisti il general manager Frederic De Courtois, con la distribuzione di 5 miliardi fino al 2021. Ma non solo.

Donnet ha fatto capire che il Leone è pronto a ruggire con possibili acqusizioni: «Saremo disciplinati e opportunistici. Continueremo a guardare a piccole e medie acquisizioni per rafforzarci nelle aree che ci interessano, per esempio nell’Est Europa, abbiamo le risorse per farlo». Fra i focus del piano industriale presentato un anno fa ci sono operazioni di merger & acquisition per le quali è disponibile un tesoretto di 3 miliardi. La crisi legata al Covid potrebbe avere creato «opportunità attrattive che prima non erano possibili». Sul dividendo il Leone ha ribadito di essersi adeguato alle prescrizioni dell’Ivass, l’autorità di regolamentazione assicurativa italiana che ha chiesto alle compagnie, tra cui Generali, di bloccare la cedola seguendo le raccomandazioni dell’Eiopa, l’autorità europea delle assicurazioni, emanate nel marzo scorso. Ma è anche vero che in Europa sulla questione ci si è comportati in ordine sparso.

La Germania ha lasciato Allianz pagare il suo dividendo mentre solo il regolatore francese per ora ha permesso ad Axa di pagare solo la prima tranche. Per non parlare della svizzera Zurich, non soggetta alle autorità Ue. «Non sono d’accordo sul blocco dei dividendi per l’industria assicurativa perché non è nella situazione in cui si trovano le banche alle quali la Bce ha garantito un terreno comune di gioco», ha affermato Donnet in risposta alla domanda di un analista. Ieri anche il capo della finanza Cristiano Borean ha spiegato che Il coefficiente di solvibilità di Generali, una misura chiave della forza finanziaria, è salito al 207% mesi.

«Una forte performance di fondo», hanno scritto in una nota gli analisti di Jefferies. Tornando ai conti l’utile operativo del gruppo ha superato le stime degli analisti, salendo a 4 miliardi di euro (4,7 miliardi di dollari), in crescita del 2,3%. Tornando ai conti l’utile netto di gruppo in calo a 1, 297 miliardi (-40%) ha risentito «di 310 milioni di svalutazioni nette su investimenti derivanti dall’andamento dei mercati finanziari, di 183 milioni per Bsi» e per altri oneri di 173 milioni (fondo internazionale Covid e liability management). Al netto di quest’ultimi si attesterebbe a 1,629 miliardi (-13%). Migliora il Combined Ratio a 89,7% (-2, 8 punti percentuale) mentre i premi lordi complessivi si attestano a 52 miliardi (+0,3%), con una raccolta Danni «resiliente» e un positivo andamento del segmento Vita (+0,4%).

La Solvency si rafforza al 203% (in aumento di nove punti sul 2020). Generali prevede che il risultato operativo continuerà a essere «resiliente nel 2020 sebbene in probabile flessione rispetto al 2019». Il gruppo resta focalizzato sull’esecuzione della strategia Sotto i riflettori anche la recente operazione su Cattolica. Concluso l’aumento riservato a Generali, Donnet ha escluso un intervento del Leone nell’aumento di capitale da 200 milioni di euro, che Cattolica offrirà in opzione agli azionisti, tale da portare Trieste a superare la soglia del 25% rilevante ai fini di un’Opa obbligatoria. Quanto a un interesse per l’eventuale inoptato, ha affermato che «non c’è impegno di alcun genere». –

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