Software e tradizione: vita da artigiani 2.0
Unire innovazione e tradizione. Coniugare saperi artigianali con nuove forme di commercializzazione. Produzione locale e vendita globale. Innovare i propri prodotti e servizi. Sono gli “artigiani.com” che anche a Nordest crescono. E che in alcuni casi l’hanno fatto proprio nel mezzo della crisi.
Come testimonia la famiglia Coradazzi di Forni di Sopra. Conclusa una precedente esperienza lavorativa nel settore degli occhiali, grazie alla passione della mamma Sabi, è nato oltre 10 anni fa “Il ricamificio”, che fino ad oggi ha soddisfatto 500 clienti e “consumato” 250 chilometri di filo l’anno. Ma è con l’ingresso delle tre figlie Selli, Liala e Molli che la produzione ha varcato i confini nazionali. «Abbiamo attivato le nostre pagine sui diversi social, sono infatti una vetrina molto importante – spiega Molli, l’“anima” social dell’azienda artigiana – Da un anno li seguiamo in maniera costante, con contributi giornalieri, e i risultati si vedono». Fino ad ora si affidavano al portale e-commerce di artigianato Etsy, ma preso arriverà il loro shop online.
Figure in 3D
Spostandoci a Trieste troviamo l’agenzia fotografica Fotomauro. Qui ha cominciato a lavorare da giovane Massimo Semeraro ed ora è titolare. Quattro dipendenti e una rete di freelance, per offrire dai servizi di matrimonio alla sala posa, alle foto per manifestazioni pubbliche. «Nonostante gli anni 80 siano stati tempi d’oro per la fotografia, anziché arenarsi, l’azienda ha continuato ad investire in nuove tecnologie – spiega Massimo Semeraro, 47 anni – Nel 1990 siamo tra i primi a stampare le fotografie su t-shirt, nel 2004 il servizio di stampa via web, nel 2007 stampa e rilega album-libro di elevata qualità». L’anno scorso Semeraro ha acquistato lo scanner per una rappresentazione in 3D di una figura, per poi creare modellini. L’ultima sfida sono i droni, in collaborazione con l’università. Ma qui l’Enac ha bloccato tutto. Quello che è possibile fare qualche chilometro più in là, in Slovenia, a Trieste (e nel resto d’Italia) non è possibile.
La stampante 3D è arrivata nel negozio Tarondo da un po’ di tempo perché i titolari sono grandi appassionati di innovazioni tecnologiche e hanno imparato a farla funzionare a meraviglia. Stiamo parlando del negozio di orologeria e assistenza post vendita di Tavagnacco. «È una risorsa straordinaria per noi – spiega Marco, che con il fratello Michele prosegue la tradizione di famiglia di papà Antonio, ancora attivo in laboratorio – Siamo in grado in breve tempo di creare utensili per gli orologi da riparare. Questo ci permette di eseguire il lavoro in breve tempo e far risparmiare soldi al cliente». La collezione Tarondo è disegnata e progettata mediante Cad 3D, messa online per testare il gradimento dei clienti e poi mandata in produzione.
Quando ha smesso di schiacciare sui parquet di serie A e B (tra le altre a Padova, Verona, Bologna e Ferrara) il centrale di pallavolo Fabio Belardi ha scoperto una nuova passione: la computer grafica. Da autodidatta ha imparato tutto quello che c’era da sapere e ora collabora con importanti software house. La sua Fabelar è attiva nel mondo della computer grafica, prettamente impegnata nel 3D: modellazione, rendering, animazione, realtà virtuale, videogiochi, app per telefoni mobili.
Schiacciatore e grafico
Ma la nuova sfida di Fabio sta nell’aiutare i bambini meno fortunati. «È una nuova tendenza del mercato che mi interessa molto – commenta Belardi – Creare protesi mediche con le stampanti 3D e applicazioni per iPad per bambini che hanno problemi di linguaggio e apprendimento».
Ci spostiamo in Veneto e andiamo dritti a Mestre, dove ha sede uno dei laboratori artigianali di calzature più antichi d’Italia. Il “calegher” Simone Segalin prosegue la tradizione iniziata dall’azienda di famiglia nel 1930 e affronta una sfida difficilissima: proporre sul mercato internazionale scarpe di valore artigianale. «Con altri artigiani veneti sei mesi fa è partita una rete d’impresa che ha creato il marchio “Italian Cobblers” – spiega Simone Segalin – Forniamo ai negozi nel mondo uno scanner per i piedi. Con i file che ci vengono inviati creiamo scarpe da uomo completamente artigianali e su misura». Si tratta di calzature con un prezzo che varia da mille a 2 mila euro.
Barbecue senza fumi
Poco distante, in Riviera del Brenta, un’azienda artigiana ha investito in tecnologia ed innovazione per superare la crisi. È la storia della T Emme 2 di Fossò, che si occupa di taglio su tessuti a disegni per pelletteria, scarpe, borsette ed accessori. Due fratelli Marino e Michele Munerato e tre dipendenti: «Nel pieno della bufera della crisi economica, abbiamo deciso di investire 250 mila euro per un macchinario innovativo». Ciò ha permesso l’assunzione di un operaio-tecnico altamente specializzato e il fatturato ha cominciato a salire.
Pyrogrill è invece il primo barbecue pirolitico con combustione in assenza di fumi. Si usa con il comune pellet e viene incontro alla crescente richieste del settore. «Abbiamo deciso di cambiare drasticamente il nostro modello distributivo – spiegano i due imprenditori veneziani Alessandro Calzavara e Andrea Poletto – Sul mercato italiano ci affidavamo a distributori, ma applicavano una maggiorazione del prezzo che ci metteva automaticamente fuori mercato». Così hanno atteso la scadenza dei contratti e allestito il nuovo sito di e-commerce, che con l’aiuto di un consulente esterno, ha cominciato a lavorare. E i risultati si vedono.
Sartoria online
Fondata nel 1970 da Mariangela e Nazzareno Nicola come piccolo laboratorio sartoriale di pellicceria, ora vende in tutta Italia. Oltre alla famiglia lavorano sei dipendenti, più qualche collaboratore esterno. E ora affronta la sfide del mercato con un nuovo e-commerce e la presenza sui social. «L’e-commerce è stato fatto due anni fa – spiega Giorgio Nicola – Mia sorella ora segue la parte dei social e web e riscontriamo un miglioramento delle vendite. Per ora spediamo solo in Italia, ma prossimamente vorremmo allargare anche all’estero». Mirco Piccin è invece fondatore di Xuni-Artigiani digitali di Montebelluna. Programmatore e da sempre sostenitore del software open source, oggi Xuni sviluppa software e hardware per produrre prototipi, pezzi unici, installazioni in grado di far interagire macchine e persone. «In questo la stampa 3D è fondamentale per produrre parti meccaniche, di sostegno o oggetti completi prima di passare al prototipo definitivo o al pezzo per la produzione», spiega Mirco Piccin.
Ad Albignasego ha infine sede la Morello Service, che gestisce servizi in outsourcing di ingegneria clinica e sicurezza nei laboratori. Lavora con ospedali, case di cura, laboratori privati. «La nostra offerta è sempre attenta all’innovazione dei processi per garantire alta efficienza ed efficacia, tempi di risposta certi e trasparenza», spiega Antonio Morello, 55 anni. Attiva nel distretto biomedicale di Padova, ha sette dipendenti. Nel corso degli anni ha ampliato i propri servizi, da poco ha introdotto corsi di sicurezza nei laboratori e sale operatorie.
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