Startup veneta a Londra trasforma gli oggetti in sensori

"HyperSurfaces", che è una evoluzione di Mogees, primo progetto realizzato, è in grado di trasformare un tavolo da cucina in un controller per le luci e il termostato di casa; il pavimento in un sistema di sicurezza in grado di distinguere i passi di un ladro da quelli di un gatto; il cruscotto di un’automobile in un pannello di controllo, senza bisogno di pulsanti o manopole

PADOVA - Un imprenditore italiano ha lanciato a Londra un sistema per trasformare tutti gli oggetti in strumenti di controllo.

Si chiama Bruno Zamborlin, nato in provincia di Vicenza, 35 anni, e in Gran Bretagna aveva già fondato una startup, Mogees, con cui aveva inventato e brevettato un sistema per trasformare gli oggetti in strumenti musicali.

Attraverso l’uso di sensori e grazie ai nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale, con HyperSurfaces Zamborlin estende le potenzialità di Mogees e consente agli oggetti a cui vengono applicati i sensori di diventare qualcos’altro.

HyperSurfaces, rivela l’azienda, è in grado di trasformare un tavolo da cucina in un controller per le luci e il termostato di casa; il pavimento in un sistema di sicurezza in grado di distinguere i passi di un ladro da quelli di un gatto; il cruscotto di un’automobile in un pannello di controllo, senza bisogno di pulsanti o manopole.

Zamborlin, che da Lonigo, provincia di Vicenza, si è trasferito prima a Parigi per studiare intelligenza artificiale all’istituto di ricerca del suono e dell’acustica Ircam, e poi a Londra all’università Goldsmiths, ha creato con il suo team degli algoritmi di reti neurali in grado, attraverso dei sensori, di individuare e sfruttare le vibrazioni che ricevono gli oggetti fisici, convertendoli in comandi digitali.

Per la società questa tecnologia è in grado di abilitare un nuovo paradigma di interazione tra uomo e oggetti: «Qualsiasi oggetto nel mondo fisico diventa intelligente. Ogni spazio diventa smart. HyperSurfaces si ripropone di rivoluzionare il modo in cui viviamo, diffondendo il mondo dei dati in qualunque oggetto attorno a noi».

Mogees, lanciata nel 2013, quando Zamborlin aveva 30 anni e aveva da poco il ciclo di studi, aveva raccolto per svilupparsi circa 3 milioni di euro di investimenti privati, soprattutto tra business angels, e diverse campagne di crowdfunding. I fondi raccolti sono stati impegnati nello sviluppo della tecnologia che l’imprenditore, e inventore italiano ha poi usato per la nascita del nuovo progetto.

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