Il ministro Pisano spiega a Padova il Piano nazionale per l'innovazione 2025

Troppi servizi in cloud offerti da aziende extra Ue, bisogna gestire in casa i servizi digitali e migliorarli continuamente. Boom dello Spid, utenti raddoppiati
Il ministro Pisano con Gianni Potti
Il ministro Pisano con Gianni Potti

PADOVA. Servizi digitali della Pubblica amministrazione, connettività in banda ultra larga anche nelle aree periferiche, 5G, giovani, startup e formazione ma pure cybersecurity e cloud per il Paese. Sono questi alcuni dei punti strategici del Piano Nazionale per l’innovazione 2025 che la ministra per la Digitalizzazione Paola Pisano ha presentanti negli spazi dell’ICenter di via Savelli a Padova.

Un’occasione concreta per il territorio di confrontarsi con un decisore di primo piano su quanto di necessario ed auspicabile il Piano dovrà contenere.

«L’Italia è un Paese ricco di competenze e creatività, di imprese innovative che non sempre hanno gli strumenti per crescere come dovrebbero, un Paese dove le idee, spesso ottime, faticano a diventare innovazione concreta» ha detto la ministra Pisano.

«Proprio in questo senso va il Piano nazionale per l’innovazione 2025. Ad oggi ad esempio il 60% circa dei servizi in cloud che le nostre imprese usano arrivano da aziende extra Ue. Dobbiamo agire per riequilibrare questo fenomeno, come dobbiamo agire per mettere nelle condizioni le aziende e la popolazione di usare nuovi servizi digitali anche nelle pubblica amministrazione. Penso all’identità digitale Spid, che in un solo anno ha visto più raddoppiati gli utenti (da 4 milioni del 2019 agli attuali dieci). Un successo dovuto anche alla sfida che ha rappresentato il Covid per molte imprese e concittadini. Ma questo risultato, per quanto importante, non è sufficiente fino a quando il cittadino non potrà giovarsi di un numero concreto di servizi on line semplici e sicuri».

Ma è stato il Rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto, tra gli ospiti dell’incontro, a fare da sponda alla presentazione delle novità digitali della ministra Pisano.

«Il Covid» ha detto Rizzuto «ci ha insegnato molte cose: il ruolo necessario della competenza per la tutela della salute, ci ha insegnato che il sapere conta e che il metodo scientifico è un approccio fondamentale all’ignoto. Ma è anche l’interazione tra saperi a garantire al progresso della conoscenza uno slancio fondamentale».

Un assist colto subito dalla ministra per l’Innovazione che ha posto il tema dell’interazione tra saperi nell’ambito della digitalizzazione. «Dopo avere tentato diverse strade senza successo» ha spiegato Pisano «il Governo ha scelto di istituire una norma che rende obbligatorio per le Pa l’interoperabilità dei dati: di fatto si rende possibile lo scambio di dati da un settore pubblico all’altro così da fornire un servizio migliore al cittadino».

A porre l’accento sull’uso dei dati digitali anche in relazione alle scelte dei decisori è stato invece l’Ad di Infocamere Paolo Ghezzi. «Troppo spesso le decisioni che vengono prese a tutti i livelli hanno più a che fare con le opinioni dei decisori più che con un’analisi concreta della situazione» ha replicato Pisano «Un uso accorto dei dati, come quello che il Piano per l’innovazione 2025 vuole favorire, garantisce a tutti i livelli, strumenti di analisi della realtà basata su fenomeni concreti e statistici che i big data ci rendono disponibili».

La ministra ha poi risposto alle istanze di innovazione dei rappresentanti di un tessuto economico fatto di imprese strutturate e startup i cui rappresentanti erano sul palco con Gianni Dal Pozzo Ad di Considi, Antonio Santolamazza direttore di T2i e i referenti di tre giovani imprese innovative (Prorob, Raintonic, SmartMold). «Il Governo si esprime attraverso le norme» ha concluso Pisano.

«Così abbiamo istituito ad e esempio il “diritto ad innovare” che permette alle imprese di testare fisicamente, in aree specifiche, anche tecnologie complesse come le auto a guida autonoma e così via. Ma stiamo elaborando anche un progetto, Made.It, che vuole dare alle startup gli strumenti per crescere e trasformarsi negli “Unicorni” del futuro. E siamo qui, ora, per ascoltare le esigenze dei territori e accompagnare il Paese verso un futuro digitale da cui non può prescindere». —

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