iSee, gli occhiali per non vedenti tecnologia in 30 grammi di peso
Il dispositivo di IVision Tech sarà in vendita da maggio a 679 euro. Zoccano: «Lo smartglass dà informazioni audio e consente di individuare gli ostacoli nello spazio»

La montatura pesa appena trenta grammi, nonostante il suo contenuto tecnologico, celato dentro la mascherina e le aste laterali. iSee, lo smartglass per non vedenti ideato e prodotto dall’azienda iVision Tech di Martignacco, non differisce in nulla rispetto a un normale occhiale. Ne replica le forme, con una strizzata d’occhio alla moda, e ne prende in prestito i colori. Uguale in tutto, salvo per il suo contenuto tecnologico, condensato in pochi centimetri quadrati e capace di offrire ai non vedenti un supporto audio che promette di fare la differenza nell’affrontare le sfide quotidiane di chi non può affidarsi alla vista per muoversi nello spazio.
A raccontarlo, ieri sera in sala Valduga, alla Camera di Commercio di Pordenone Udine, nel corso di un incontro organizzato da Federmanager, è stato il triestino Vincenzo Zoccano, lui stesso non vedente, presidente del progetto iSee e sua “anima scientifica": «L’occhiale aiuta la persona a orientarsi, dà suggerimenti audio o acustici a seconda dell’impostazione e riesce a identificare, in un cono che va da spalla destra a spalla sinistra, informazioni sugli ostacoli che abbiamo davanti, sia quelli da evitare che quelli da tener presenti, come un muro che ci fa da guida lungo un isolato, il buco giusto tra due auto dove passare, lo scaffale al supermercato».
Per arrivare al prodotto presentato ieri in Cciaa a Udine, «la cui idea è nata in pieno Covid» ha ricordato Stefano Fulchir, ad di iVision Tech, ci sono voluti anni di ricerche, prove e prototipi. «Lanciai l’idea e la famiglia Fulchir raccolse il guanto di sfida» ha svelato Zoccano, che è poi diventato il faro, il punto di riferimento dell’innovazione che ora è nella fase di messa a punto.
Gli ultimi dettagli per poter lanciare gli occhiali sul mercato. La messa in vendita è prevista per il mese di maggio. Costo: 679 euro. «Non c’è speculazione, il nostro – ha aggiunto Zoccano – è un progetto etico. E il prezzo, per un prodotto così utile, riteniamo possa essere sostenuto da chiunque. Ci stiamo comunque muovendo per far sì che iSee venga prescritto dal sistema sanitario nazionale e per questo andremo a negoziare con il ministero della Salute».
Ancora Zoccano: «Lo scopo di questo prodotto, che è utile e bello, è quello di dare una mano ai non vedenti di tutto il mondo». Competitor, del resto, pare essercene molto. Sono pochi e costosi: chi ha tentato di lanciare sul mercato prodotti simili li ha proposti, stando a quanto riferito ieri, a più di 3 mila euro. Oltre quattro volte tanto il prodotto made in Friuli.
Come detto, iSee è un concentrato di tecnologia, che ha richiesto un lungo lavoro di ricerca. «Abbiamo iniziato a studiare nel 2021 concentrandoci su quello che è stato l’ostacolo più grande – ha ricordato ieri Federico Fulchir, responsabile del progetto –: la miniaturizzazione delle tecnologie da inserire nella montatura. Venti persone hanno lavorato al progetto a tempo pieno».
L’azienda friulana ha potuto contare su due partner d’eccezione: Tdk e Usound. Grazie a questo imponente lavoro, i Fulchir sono riusciti nell’impresa e a inserire, all’interno dell’occhiale, un processore e due sensori sulla mascherina e la sensoristica audio nelle stanghette. «Il prodotto è stato brevettato in 155 Paesi – ha proseguito il più giovane dei fratelli Fulchir, che in azienda affianca i fratelli Stefano ed Eva – e ha spinto il gruppo (la holding, iVision Tech, è quotata sul segmento Egm dia Piazza Affari) a mettere a segno diverse acquisizioni nel corso del 2024 nel campo delle tecnologie, dell’elettronica e della microelettronica».
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