Leonardo punta sui droni, intesa con i turchi di Baykar

Verso una joint venture negli aerei senza pilota: Ronchi dei Legionari in prima fila. Il gruppo italiano: «In dieci anni mercato europeo da 100 miliardi di dollari»

Luigi Dell'Olio

Alleanza italo-turca in campo militare. Leonardo e il gruppo dei droni Baykar hanno firmato un memorandum di intesa per dar vita a una joint venture con sede in Italia finalizzata alla progettazione, allo sviluppo, alla produzione e alla manutenzione di sistemi aerei senza pilota.

Tra gli impianti di Leonardo coinvolti vi è in particolare quello di Ronchi dei Legionari, che si estende su una superficie di 90 mila metri quadri ed è specializzato nel comparto unmanned, cioè senza equipaggio, nonché nei sistemi di addestramento avanzati. Gli altri saranno Torino e Roma Tiburtina (per lo sviluppo delle tecnologie integrate multi-dominio) e Nerviano per l'offerta di soluzioni congiunte per il settore Spazio.

A delineare la cornice di mercato è una nota diffusa dalla società italiana: «Si prevede che il mercato europeo - comprendente caccia senza pilota, droni da sorveglianza armati e droni da attacco in profondità - raggiunga i 100 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni», si legge. Un settore in forte crescita, dunque, a fronte di una ridefinizione degli equilibri geopolitici in atto, con gli Stati Uniti sempre più orientati a staccarsi dallo scacchiere europeo. Una situazione che spinge l’Europa ad affrontare una fase difficile sul piano emotivo, come sottolineato dall’ad di Leonardo, Roberto Cingolani. Il quale, in ogni caso, vuole tenersi lontano dai dibattiti politici: «Non siamo al bar; noi facciamo industria», ha sottolineato durante la presentazione dell’iniziativa. Una cosa è certa: «La pace va difesa e non è gratuita». Quindi ha ricordato che l’industria della difesa sta attraversando sfide inedite come i sistemi senza pilota, l’intelligenza artificiale, la cybersecurity e lo spazio. «L'Europa sta cercando di recuperare la capacità di difendersi; la mossa della Commissione (a proposito di un possibile fondo per la difesa, ndr) va nella direzione corretta di un'Europa più sicura», ha aggiunto.

L’accordo siglato ieri un passo decisivo anche «agevolerà i processi di certificazione dei nuovi prodotti», ha aggiunto il timoniere dell’azienda italiana. Per il quale l’intesa non incontrerà obiezioni dalle autorità antitrust né entra nel radar del golden power governativo. Leonardo «sarà parte di un’alleanza con Baykar e non sta vendendo niente di suo», dunque non c’è motivo che il governo intervenga. Del resto non sembra immaginabile che l’intesa sia stata raggiunta senza un confronto ai massimi livelli con l’esecutivo, dato che il principale azionista dell’azienda italiana è il ministero del Tesoro.

L’annuncio è stato accolto con entusiasmo dal mercato. Leonardo ha chiuso la seduta di Piazza Affari in rialzo del 2,31%, a quota 46,14 euro, portando al 20% il progresso nell’ultima settimana e al 71% nel giro di tre mesi. L’ex Finmeccanica è reduce da una serie di accordi a livello internazionali, in seguito alla ridefinizione della mappa geopolitica e si candida come destinataria di importanti investimenti dopo che l’Europa ha annunciato di voler aumentare in maniera considerevole la spesa nella difesa.

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