Leonardo, decolla l’utile: «Ruolo da protagonista nel mondo che cambia»

Il colosso dell’aerospazio a Nord Est è presente a Tessera e a Ronchi dei Legionari. L’amministratore delegato Cingolani: «Pronti a lanciare una nuova costellazione di satelliti in orbita bassa»

Giorgio Barbieri

In una fase storica in cui da più parti in Europa vengono annunciati massicci investimenti nel settore della difesa, Leonardo raddoppia il dividendo portando l’asticella 2025 a 0,52 euro (a fronte degli 0,28 euro del 2024).

Il colosso dell’aerospazio e della difesa ha infatti presentato ieri l’aggiornamento del piano industriale con numeri in forte crescita per quanto riguarda il 2024: l’utile netto è salito a 1,15 miliardi di euro, in aumento del 63% sull’anno precedente, che include una plusvalenza di 366 milioni legata alla valutazione a fair value di Telespazio. Il risultato netto ordinario è migliorato del 3,7% a 786 milioni grazie al miglioramento dell’utile operativo. Confermati anche gli altri indicatori diffusi a febbraio in via preliminare: i ricavi sono saliti dell’11,1% a 17,8 miliardi, gli ordini sono cresciuti del 12,2% a 20,9 miliardi e l’Ebita è migliorato del 12,9% a 1,5 miliardi.

«Il piano industriale avviato dodici mesi fa», ha detto ieri l’amministratore delegato e direttore generale Roberto Cingolani, «sta consentendo a Leonardo di giocare un ruolo da protagonista nell’attuale scenario competitivo internazionale. La massiccia digitalizzazione e razionalizzazione di prodotti e servizi, le iniziative di efficienza e riduzione dei costi a livello di gruppo hanno sbloccato il potenziale di crescita organica del business oltre ogni aspettativa, portando l’azienda a conseguire fin da subito una forte crescita nella top line».

L’ex ministro della Transizione ecologica del governo Draghi ha quindi sottolineato come «l’avvio delle alleanze e delle partnership internazionali intraprese negli ultimi mesi siano l’elemento che ci sta consentendo di accelerare il nostro sviluppo completando le nostre capacità industriali e tecnologiche. Questo tipo di crescita inorganica si sta dimostrando un elemento determinante di competitività a livello globale, anche alla luce della recente evoluzione del contesto geopolitico internazionale».

A Nord Est il colosso della difesa è presente con quasi 850 addetti: più di 500 in Veneto e circa 330 in Friuli Venezia Giulia. Gli stabilimenti chiave sono quelli di Tessera, a Venezia, specializzato nei business dei velivoli e degli elicotteri, e di Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia, dove vengono sviluppati principalmente velivoli senza pilota e sistemi di addestramento avanzati. Ora l’obiettivo del gruppo è quello di giocare in prima linea la partita decisiva della sicurezza globale nell’ambito della quale le tecnologie multidominio interoperabili - su cui il gruppo vuole porsi come traino - sono destinate a rivestire un ruolo cruciale. Una crescita che sarà sostenuta da una serie di nuove iniziative che vanno dalla nuova divisione “Spazio” all’asse con Baykar (dal quale si stima un upside di 0,6 miliardi), dalla joint venture con Rheinmetall alla nuova linea di business dell’hypercomputing che è atteso generare un contributo di 230 milioni di ricavi cumulati nell’arco di piano, fino al Gcap, il programma per la nuova generazione di caccia con Giappone e Regno Unito.

Un ambito su cui Leonardo punterà ancora più forte è certamente quello dell’aerospazio. «Vogliamo lanciare una nuova costellazione di satelliti in orbita bassa che consiste in diciotto satelliti militari finanziati principalmente dal ministero della Difesa», ha spiegato Cingolani. I satelliti saranno dodici di tipo standard e sei a infrarossi. Il lancio è previsto tra il 2027 e il 2028. Il budget necessario è «nel range di 900 milioni, di cui 500 già allocati dal ministero della Difesa», ha aggiunto l’amministratore delegato, «a questi si aggiungeranno anche venti satelliti civili in orbita bassa per applicazioni civili principalmente nell’osservazione della terra, nella geolocalizzazione e nei servizi legati al monitoraggio».

Cingolani non si è tirato indietro nell’analizzare anche gli scenari che si stanno aprendo a livello geopolitico, con un’Europa che ha lanciato un piano di ruiarmo da 800 miliardi di euro. «Nessuno, Stato o azienda, è in grado di sviluppare da solo quelle tecnologie multidominio e interoperabili necessarie per garantire la sicurezza dei propri cittadini, preservando il diritto alla pace, una conquista della società oggi messa in discussione», ha commentato l’amministratore delegato di Leonardo, «nei prossimi anni sarà sempre più determinante poter avere una capacità innovativa rilevante sia in termini di ricerca e sviluppo, sia di produzione sia di persone per preservare lo sviluppo dell’azienda ma soprattutto della collettività».

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