RE49 pronta al salto: apertura a nuovi soci e showroom a Milano
Progetta il suo futuro nel mondo della moda RE49, il brand di scarpe nato a Gonars meno di tre anni fa dall’idea di Nicola Masolini, che dall’esperienza della sua famiglia, produttrice di calzature da quattro generazioni, ha dato vita a una serie di sneakers interamente realizzate con materiali di scarto: dagli pneumatici alle vele degli spinnaker passando per le coperture degli ombrelloni.
La startup dall’anima artigianale è pronta ora a industrializzare la produzione, per garantire i volumi che servono ad entrare nel mercato che conta. Quello del fashion. Un salto che l’azienda si prepara a compiere con il sostegno di nuovi soci, che sta raccogliendo con un’operazione accompagnata da Confindustria Udine, dove ieri è stata presentata pubblicamente.
«Puntiamo a raccogliere 260 mila euro entro la fine dell’anno grazie a uno strumento finanziario partecipativo che verrà successivamente convertito: cedole che diventeranno quote azionarie al primo aumento di capitale» ha spiegato ieri Alberto Ciani insieme ad Ivan Pez e a Nicola Masolini, i tre membri del cda che è guidato dal fondatore dell’azienda.
La destinazione delle risorse – in pochi giorni sono stati raccolti 53 mila euro – è già definita. «Realizzeremo azioni di marketing e comunicazione sul brand, finalizzeremo tutta la parte tecnologica ed effettueremo quattro assunzioni». Poi verrà il tempo, da piano industriale nel 2026, della posa delle linee produttive, per le quali la società ha già chiesto a Invitalia, come startup innovativa, 500 mila euro di finanziamento.
A stretto giro sarà invece presentata la nuova collezione di RE49. La cornice sarà quella della Barcolana, il prossimo mese di ottobre. Svelato il nuovo design a Trieste, le scarpe dell’azienda di Gonars prenderanno la via di Milano. La società ha infatti stretto una collaborazione con uno showroom specializzato in calzature, che si occuperà anche della distribuzione delle scarpe in una ventina di altri negozi, tra Italia ed estero.
Scarpe sì, ma anche innovazione tecnologica. Il chip che RE49 ha messo a punto e inserito in ogni sua scarpa destra, per consentire al cliente finale di consultare il passaporto digitale del prodotto (e in futuro avere istruzioni sul come gestirne il fine vita) si è conquistato l’attenzione di molte aziende, sull’onda della direttiva Ue che impone, da qui ai prossimi anni (con scadenze diverse a seconda dei settori) di dotare ogni prodotto di un passaporto digitale. «La nostra soluzione è semplice, alle fiere ha attirato molte aziende, così abbiamo deciso di proporla anche separatamente dalle scarpe». Risultato: «Entro la fine del 2025 realizzeremo uno spin off tecnologico» raccontano ancora i soci.
L’insieme di queste operazioni, che si dispiegheranno nell’arco di tre anni, porterà a un significativo incremento dei ricavi. Dai 70 mila euro dell’anno scorso, RE49 prevede di chiudere il 2025 a 400 mila euro e 3.500 paia di scarpe prodotte, per arrivare nel 2028 a 4 milioni e 40 mila paia di scarpe.
Determinante, ai fini dello sviluppo dell’impresa, è stata la Regione, che ha sostenuto l’azienda – come ha ricordato ieri Lidia Alesso Vernì, direttore generale dell’agenzia Lavoro e SviluppoImpresa del Friuli Venezia Giulia – con due contributi erogati rispettivamente dagli assessorati alle Attività produttive e al Lavoro. Un plauso infine è arrivato anche da Marco Bortolin, capogruppo moda, tessili e manutenzioni operative della Confindustria friulana. —
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